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giovedì 29 marzo 2018

Dopo Marielle Franco in Messico torturata e uccisa attivista femminista Maria Guadalupe Hernandez Flores

Corriere della Sera
Maria Guadalupe Hernandez Flores, 37 anni, era sparita l'11 marzo. Il 20 marzo il suo copro è stato ritrovato ma solo il 23 i familiari hanno potuto riconoscerlo. L'indignazione delle associazioni femministe: «Era una combattente sociale»
Maria Guadalupe Hernandez Flores
È stata trovata uccisa Maria Guadalupe Hernandez Flores, una femminista lesbica e attivista per i diritti delle donne delle persone LGBT, la cui scomparsa era stata segnalata lo scorso 11 marzo. A darne la notizia su Twitter è l'associazione NonUnaDiMeno, scrivendo: «Dopo Marielle Franco (l’attivista brasiliana uccisa la scorsa settimana, ndr) continua l’atatcco al movimento femminista in Sud America».

Il silenzio della polizia
Il suo corpo, che aveva segni di tortura, è stato ritrovato in una zona della comunità di Arroyo del Durazno, nel comune di Coroneo, Guanajuato. La 37enne era stata vista l’ultima volta l11 marzo, quando aveva preso un autobus per iniziare un viaggio. La scomparsa aveva mobilitato amici e parenti per la ricerca: sui social network si erano moltiplicati gli appelli per cercare di rintracciarla nelle ultime settimane. Quando la sua auto è stata rintracciata qualche giorno dopo, con colpi di arma da fuoco, la paura e la preoccupazione sono aumentate. La donna è stata ritrovata il 20 marzo scorso, come riferisce Desastre.mx, da una coppia che camminava con il suo cane, che scavando nel terreno ha fatto scoprire parti del suo corpo. La coppia ha avvisato la polizia, che non è stata in grado di identificare il cadavere: solo venerdì scorso, il 23 marzo, i parenti dell’attivista hanno riconosciuto il corpo nell’obitorio di Guanajuato. Finora le autorità non hanno rilasciato dichiarazioni su indagini che riguardino l’omicidio. Il caso resta irrisolto, come quello dell'omicidio di Marielle Franco, 38 anni: la consigliera comunale è stata assassinata il 14 marzo con 4 colpi di pistola alla testa. I sicari hanno anche ucciso l’autista e ferito un’assistente.

L'indignazione dei movimenti
«Kleo dalla sua trincea ha combattuto per la visibilità delle lesbiche, per un mondo più giusto e dignitoso. Il patriarcato è ovunque, vuole annientarci, l’arma migliore che abbiamo per combatterlo è continuare ad allearci, creando una comunità»; ha detto Tortillerìa Queretana, un’organizzazione femminile di Queretaro. Ha preso posizione anche l’organizzazione Lunas Lesbofeministas, esprimendo «rabbia profonda, indignazione e preoccupazione per l’omicidio della compagna Kelo, lebisca e combattente sociale».
Valentina Santarpia

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