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giovedì 10 settembre 2015

Juncker: "Non è il momento di spaventarsi, ma è il tempo di essere coraggiosi, determinati e di concertare azioni per i rifugiati"

Adnkronos
"La prima priorità dell'Unione europea sono i migranti e i rifugiati. Non è il momento di spaventarsi, ma è il tempo di essere coraggiosi, determinati e di concertare azioni per i rifugiati". Lo ha detto il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, nel suo discorso sullo Stato dell'Unione al Parlamento europeo a Strasburgo. "Non dobbiamo mai dimenticare che l'Europa è un continente di rifugiati", ha aggiunto.
Jean-Claude Juncker
"La situazione non è buona. C'è mancanza di Europa in questa Unione europea e mancanza di unione in questa Unione europea. Questo deve cambiare, ora, e dobbiamo lavorare insieme", ha detto ancora Juncker.

"Dovere accogliere in Ue chi fugge da Is" - "L'Unione europea deve accogliere sul proprio territorio la gente che fugge dallo Stato islamico", ha sottolineato il presidente della Commissione europea aggiungendo: "Fino a che ci saranno problemi in Libia e la guerra in Siria questi problemi non spariranno. Ma nessun muro o barriera o mare fermerà chi fugge dall'Is".

"Schema redistribuzione Ue sia permanente e obbligatorio" - La Commissione europea propone "un meccanismo di redistribuzione permanente dei richiedenti asilo, che ci permetterà in futuro di affrontare le situazioni di crisi in modo più agevole", ha detto Juncker nel suo discorso. "Ma questo sistema -ha avvertito- deve anche essere obbligatorio".

La Commissione europea propone intanto di redistribuire 160mila richiedenti asilo da Italia, Grecia e Ungheria, 120mila in più rispetto ai 40mila proposti a maggio. "Italia, Grecia e Ungheria - ha detto Juncker - non possono essere lasciate sole nell'affrontare questa sfida enorme".

Il presidente della Commissione Ue si è detto "fortemente favorevole a far lavorare i rifugiati ospitati nei Paesi europei e permettere loro di guadagnarsi da vivere. Il lavoro è dignità", ha spiegato.

Poi l'affondo: "Non possiamo permettere di selezionare i rifugiati per la loro religione o le loro convinzioni. Non c'è religione o filosofia quando si tratta di aiuto umanitario".

Riguardo alla crisi economica Juncker ha sottolineato che in Europa "non è ancora finita. Lo sarà quando avremo raggiunto la piena occupazione". "Fino a quando ci saranno 23 milioni di disoccupati, non potremo dire che la crisi sarà finita. Mi chiedo come un continente così ricco non possa avere questo obiettivo, che considero raggiungibile solo se lo vorremo", ha spiegato.

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