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giovedì 10 settembre 2015

Nella campagna elettorale Usa entra il dramma delle carceri

Linkiesta
I numeri dicono che bisogna fare qualcosa: gli Stati Uniti hanno diversi record mondiali, tutti negativi
Obama in visita in un carcere in Oklahoma
Vuoi riformare il sistema carcerario? Se sei un politico negli Stati Uniti, questo è il mezzo migliore per guadagnare consensi e voti, specie in vista delle elezioni presidenziali per il 2016. La visita di Barack Obama al penitenziario di El Reno, in Oklahoma, a metà luglio, la prima fatta da un presidente in carica, ha riportato all’attenzione del pubblico americano il tema del sistema carcerario, uno dei più contraddittori e costosi del mondo.

Ad ogni 100 milioni di dollari spesi in costruzione, infatti, corrispondono 1,6 miliardi per costi operativi nei successivi trenta anni, con un costo annuo per l'erario di circa 80 miliardi di dollari, mentre ogni prigioniero costa circa trentamila dollari l’anno. Il tutto nonostante il 75 per cento delle strutture carcerarie sia gestito da privati, come la The Geo Group o dalla Corrections Corps of America.

A fianco di questo, gli Stati Uniti d’America detengono uno dei primati più negativi a livello globale: con più di 2.250.000 persone in prigione, cioè 726 detenuti ogni 100.000 abitanti, uno ogni 138 americani, è la nazione che detiene il record mondiale d’imprigionati al mondo. Negli Usa ci sono circa 6.000 carceri, molte più di college e università, come riportava il 6 gennaio di quest’anno il Washington Post. Le cifre relative alla popolazione carceraria sono impressionanti: 100.000 detenuti in isolamento, 128.000 ergastolani, 100.000 i minorenni rinchiusi in riformatorio e 15.000 nelle prigioni per adulti. Con meno del 5 per cento della popolazione globale, gli Usa hanno il 25 per cento della popolazione carceraria mondiale.

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