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mercoledì 7 gennaio 2015

Nuove persecuzioni per i cristiani in Libia

Notizie Italia News
Lo scorso venerdì almeno 13 copti egiziani sono stati rapiti a Sirte nel cuore della notte dal residence dove erano alloggiati. Dalle ricostruzioni delle autorità sembra che un commando di «uomini armati e mascherati» abbia fatto irruzione nelle loro abitazioni cercandoli stanza per stanza, un commando che con molta probabilità è riconducibile ad un gruppo di estremisti islamici. Non si fermano così le persecuzioni ai danni dei cristiani residenti in Libia che continuano a essere oggetto di violenze mirate da parte di gruppi armati.

La notizia del rapimento è stata confermata anche da Abu Makar, un prete copto di Samalout nel sud dell’Egitto, non solo Abu ha anche aggiunto che altri sette suoi connazionali sono stati rapiti la settimana scorsa mentre cercavano di fuggire da Sirte, portando di fatto il numero delle vittime a 20 solo nell’ultima settimana.

Questo rapimento è solo l’ultimo degli episodi che hanno reso i rapporti fra Egitto e Libia sempre più tesi, episodi che hanno fatto richiamare l’ambasciatore egiziano a Tripoli, con la relativa chiusura dell’ambasciata, dopo il suo rapimento lampo.

Purtroppo negli ultimi mesi la situazione della Libia è precipitata vertiginosamente. Infatti senza più un reale potere centrale, coadiuvato da una forza militare e di polizia adeguata, i territori libici sono diventati rifugio di molte cellule terroristiche islamiche come Ansar al Sharia, responsabile tra l’altro dell’attacco al consolato Statunitense e Bengasi dove perse la vita anchel’ambasciatore Chris Stevens, o come gli adepti del Califfato dell’Isis, che hanno di recente giustiziato «14 membri dell’esercito libico appartenenti al 168 battaglione» a Sebha nel sud del Paese.

Insomma una situazione senza più controllo che rischia di degenerare sempre di più, con gravi ripercussioni anche per la vicina Europa, ma che soprattutto mette a rischio ogni giorno le minoranza cristiane presenti nel territorio. Una situazione che non vede altre soluzione se non un intervento deciso delle Nazioni Unite.

Diego Romeo

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