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lunedì 24 novembre 2014

Pena di morte, in Texas giudice rifiuta il rinvio dell’esecuzione per un malato di mente Scott Panetti

La Stampa
L’uomo condannato per aver ucciso i genitori e l’ex compagna. Da 30 anni soffre di schizofrenia. Per lui si erano mossi psichiatri, ex togati, pubblici ministeri, pastori evangelici e vescovi. Per la sua difesa aveva chiesto di convocare in aula il Papa, Gesù Cristo e John F. Kennedy

Un giudice del Texas si è rifiutato il 20 novembre di rinviare l’esecuzione di un condannato a morte affetto da disturbi mentali, nonostante numerosi appelli contro l’esecuzione, prevista per il prossimo tre dicembre con un’iniezione letale.

Scott Panetti, questo il nome del condannato, che da 30 anni soffre di schizofrenia, aveva ottenuto il sostegno di diverse organizzazioni specializzate nella salute mentale - come l’associazione degli psichiatri americani - ma anche di ex giudici, pubblici ministeri, pastori evangelici e vescovi.

Anche l’Unione europea aveva scritto al governatore del Texas, Rick Perry, per chiedere clemenza perché «l’esecuzione di persone malate di mente è in contrasto con i criteri ampiamente riconosciuti dei diritti umani», secondo la normativa internazionale e la Costituzione americana.

Ma in un documento di una pagina, il giudice distrettuale Keith Williams si è rifiutato di rinviare l’esecuzione, come avevano chiesto gli avvocati di Panetti per eseguire una perizia psichiatrica e determinare se il loro assistito è penalmente responsabile.

Panetti, che è stato condannato a morte nel 1995 per l’omicidio dei genitori della sua ex compagna, è stato ricoverato una decina di volte per allucinazioni ed episodi psicotici. Al processo, l’uomo si era presentato in abiti da cowboy e aveva chiamato come testimoni il Papa, John F. Kennedy e Gesù Crist
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