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mercoledì 10 marzo 2021

Si continua a morire nel Mediterraneo - Ieri 39 migranti morti al largo delle coste tunisine tra loro donne e bambini. La Guardia Marina di Tunisi: nell'ultima settimana centinaia di immigrati salvati ma decine di corpi recuperati.

Notizie Geopolitiche
Il ministero della Difesa tunisino ha annunciato il recupero di 39 corpi di immigrati clandestini di origine africana e il salvataggio di 165 in due distinte operazioni al largo di Sfax, nel sud del Paese.
Foto di archivio di un naufragio in Tunusia - Gazzetta del Sud

Il ministero ha riportato in un comunicato che “Martedì mattina un’unità marittima ha salvato 70 immigrati clandestini di nazionalità africana, tra cui tunisini, che stavano cercando aiuto nel sito dell’affondamento del loro barcone, a nord di al-Ataya (un’area sull’isola di Kerkennah)”. 

Ha poi spiegato che tre unità marine, con da una squadra di sommozzatori, in una seconda operazione nella stessa regione hanno salvato 52 immigrati clandestini di nazionalità africana, tra cui tunisini, che stavano per annegare, e recuperato 9 corpi.

Nella stessa operazione le unità della Guardia Marina hanno salvato 24 persone e recuperato 30 corpi, mentre un peschereccio che era presente nel sito ne ha salvate altre 19.

Solo una settimana fa il portavoce della Guardia Nazionale, Houssam El Din El Gabbeli, ha detto all’agenzia di stampa tunisina che 14 corpi di migranti irregolari sono stati recuperati e altri 140 sono stati salvati al largo della costa di Sfax, dopo che due barche sono affondate. 

Ha aggiunto che “due barche sono affondate al largo della costa di Karatin, sull’isola di Kerkennah a Sfax”, sottolineando che “gli immigrati erano di diverse nazionalità africane, compresi tunisini”. Al-Jabbali ha indicato che “le operazioni di ricerca continuano ancora in coordinamento con l’Esercito Nazionale”. Ha riferito che “le due barche sono salpate dalle coste di Sfax, la scorsa notte, verso le coste europee”.

La migrazione irregolare verso l’Europa continua, a causa delle crisi economiche e umanitarie che stanno attraversando la maggior parte dei popoli della regione.

Bessem Ben Dhaou

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