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lunedì 28 gennaio 2019

Zimbabwe allo stremo, niente rinascita dopo Mugabe, sparo sui dimostranti e intimidazioni agli oppositori

Corriere della Sera
È criminale che le forze dell'ordine approfittino delle manifestazioni popolari (e di qualche saccheggio) per sparare sui dimostranti e picchiare di notte a domicilio i membri dell'opposizione. 


In un Paese dove il 75% degli abitanti vive con meno di 5 euro al giorno, il governo ha fatto in modo che i prezzi raddoppiassero in una settimana, a partire dal carburante che tocca i 3 euro al litro. Da un giorno all'altro, via i sussidi: lo Zimbabwe vanta ora il record della benzina più cara del mondo. Altro che gilet gialli: la gente non ha i soldi per il biglietto dell'autobus (3 euro pure quello, come un chilo di riso). È normale che protesti.

Se qualcuno nutriva ancora dubbi, in questi giorni il disincanto è servito a doppia cifra (come l'inflazione): il governo del presidente Emmerson Mnangagwa non è diverso da quello notoriamente autoritario dell'ex sodale Robert Mugabe.

Il Coccodrillo che 10 anni fa organizzava di persona la repressione del Movimento per il Cambiamento democratico, adesso lascia il compito al vice. Mentre il capo era all'estero, l'ex generale Costantino Chiwenga ha scatenato le violenze e bloccato Internet. Il bilancio a Harare è di almeno 12 morti, un centinaio di feriti, 700 arrestati (5 parlamentari). Le forze dell'ordine sostengono che gli assalitori erano impostori travestiti da poliziotti.

Il Coccodrillo ha interrotto il suo viaggio, si è perso la tappa di Davos per rientrare in patria. E usando twitter (dopo aver bloccato per giorni i social) ha tuonato che gli eventuali abusi della polizia saranno perseguiti. Come no. Lo Zimbabwe è allo stremo. La rimozione di Mugabe nel 2017 e le elezioni contestate del 2018 non hanno portato a una rinascita. Per attirare gli investimenti di cui il Paese ha disperato bisogno, il Coccodrillo si era inventato uno slogan: lo Zimbabwe "open for business". Nè affari né aperture, purtroppo: lo Zim resta "chiuso per botte".

Michele Farina

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