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martedì 1 gennaio 2019

Sudafrica, riecco l’apartheid: “Spiagge vietate ai neri” Guardie private pattugliano il litorale. In migliaia protestano a Clifton

La Stampa
I fantasmi del passato sono riapparsi sulla spiaggia di Clifton, una delle destinazioni balneari più pittoresche di Città del Capo. Un migliaio di manifestanti inferociti ha invaso la spiaggia affollata di turisti e bagnanti per protestare contro la decisione di alcuni residenti della zona di contrattare guardie private per bloccare l’accesso al litorale alla popolazione nera. 


La protesta sulla spiaggia di Clifton
Un episodio che ha immediatamente richiamato gli anni bui dell’apartheid, quando proprio la spiaggia di Clifton, così come le altre del litorale Atlantico, erano accessibili solo ai bianchi. 


L’impresa di sicurezza privata ha negato ogni atteggiamento razzista, sostenendo che il divieto di accesso alla spiaggia era stato esteso a tutti, bianchi e neri, per tutelare i residenti delle ville in riva al mare da un presunto stupratore che si aggirava nella zona.

La polizia sudafricana ha confermato che ci sarebbe stato un tentativo di violenza sessuale, ma che la vittima sarebbe riuscita a scappare grazie all’aiuto di alcuni bagnanti. In segno di protesta, gli attivisti, che hanno già lanciato su Twitter l’hashtag #OccupyClifton e #ReclaimClifton, hanno sgozzato una pecora sulla spiaggia in un rituale tribale per cacciare gli spiriti del razzismo insediati in quest’area della città.

La tensione è salita alle stelle quando, alcuni membri dei partiti politici più radicali, si sono scontrati a muso duro con alcuni dei residenti della zona accusati di voler ristabilire il regime segregazionista bianco. «C’è una strategia di fondo mirata a vietare l’ingresso a noi neri, soprattutto quelli che vengono dalle baraccopoli - accusa Chumani Maxwele, uno degli attivisti che ha movimentato le proteste e lui stesso cacciato dalle guardie private - i bianchi ci odiano e vorrebbero tornare al passato quando potevano usufruire indisturbati delle spiagge». Dan Plato, il nuovo sindaco di Città del Capo, ha ribadito che «l’accesso a tutte le spiagge della città è pubblico e libero per ogni gruppo sociale e che non esiste alcun progetto di discriminazione nei confronti dei neri». Secondo quanto affermato da alcuni attivisti che hanno partecipato alle proteste, nella zona, già da tempo, sono in corso discriminazioni nei confronti dei neri, compresi alcuni proprietari di immobili.

L’area di Clifton è una delle più care di Città del Capo ed è costituita principalmente da ville con affaccio sull’Oceano Atlantico, i cui prezzi arrivano fino a 3 milioni di euro. Anche il presidente sudafricano Cyril Ramaphosa possiede una proprietà, a pochi chilometri di distanza da dove è avvenuto il controverso episodio. 


Molti dei residenti sono cittadini europei che vengono a trascorre le ferie natalizie al caldo dell’estate dell’Africa australe, ma negli ultimi anni è aumentato anche il numero di imprenditori neri che hanno acquistato proprietà immobiliari nell’area. Da mesi, in Sudafrica, è in corso un acceso scontro dialettico sulla proposta della riforma della terra, una misura che mira a ridistribuire parte delle tenute dei latifondisti bianchi alla popolazione nera più svantaggiata. Alla protesta erano presenti anche alcuni membri di Black First Land First, un partito politico che ha come scopo l’occupazione di tutte le zone della città in cui risiede la popolazione bianca, accusata di aver preso con la forza la terra agli indigeni durante la colonizzazione del 1600. Il movimento, consapevole delle tradizionali celebrazioni per l’anno nuovo che si svolgono proprio sulle spiagge di Clifton, ha promesso blitz improvvisi, già a partire dalla Festa per l’Anno nuovo.

Lorenzo Simoncelli

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