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lunedì 30 settembre 2019

Cina, Wang Meiyu attivista diritti umani morto in carcere: chiesta indagine. Secondo la famiglia, segni di tortura sul corpo

Askanews
La morte di Wang Meiyu, l’attivista cinese 38enne arrestato per aver innalzato un foglio con su chiedeva le dimissioni del presidente Xi Jinping, ha provocato lo sdegno degli attivisti per i diritti umani che chiedono un’indagine. Lo rileva oggi il Guardian.

Wang era stato arrestato a luglio, dopo aver innalzato il foglio davanti al dipartimento di polizia dello Hunan, e accusato di aver provocato “disagi”, un’accusa vaga spesso usata coi dissidenti.

Secondo l’avvocato e la madre di Wang, l’uomo è morto lunedì. La moglie Cao Shuxia ha ricevuto una chiamata dalla polizia, che ne notificava il decesso all’ospedale militare di Hengyang. La polizia non ha dato al telefono spiegazioni.

Secondo Mingsheng Guancha, un gruppo per i diritti umani cinese, ha affermato che in seguito la moglie ha visto il corpo di Wang: sanguinava dagli occhi, dalla bocca, dalle orecchie e dal naso, oltre ad avere bruciature sul volto.

“Il governo cinese deve indagare sulle accuse di tortura e morte in detenzione dell’attivista per i diritti umani Wang Meiyu e accertare la responsabilità penale per la tortura e le uccisioni extragiudiziali”, hanno scritto in un comunicato i Difensori dei diritti umani in Cina (CHRD). Secondo il Guardian, alla famiglia di Wang sono stati offerti 2 milioni yuan come risarcimento, circa 220mila dollari.

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