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venerdì 6 settembre 2019

Adesso occorre disintossicarsi dell'odio seminato. Cosenza: Calci al bambino africano che accarezza il figlio.

Il Manifesto
La stagione dell’odio non si arresta con il semplice cambio della guardia al Viminale. La disintossicazione di una società incattivita è un processo lungo e complicato. Le tossine sono dure a smaltire. E così i fatti di ordinario razzismo dei mesi scorsi continuano a ripetersi.

Un bambino nordafricano di tre anni preso a calci nello stomaco da un papà che sta accompagnando il proprio figlioletto nel passeggino. Accade in via Macallè, un vicolo a pochi metri dal corso principale di Cosenza. È martedì sera verso le 19, le strade sono piene di famiglie che riassaporano la città al rientro dalle vacanze. Centinaia di turisti si godono le statue moderne del Museo all’aperto Bilotti.

In una traversa ci sono tre minori nordafricani che aspettano la mamma a pochi metri dallo studio medico in cui si è recata per un rapido controllo. Pare che il più piccolo dei tre fratellini abbia visto passare un signore con un passeggino, si sia avvicinato ed abbia provato ad accarezzare il neonato che riposava all’interno.

L’uomo avrebbe reagito con gesti istintivi e violenti, prima strattonando i tre fratellini migranti, poi sferrando un forte calcio nello stomaco del più giovane che sarebbe caduto a terra, in preda ad una crisi respiratoria.

Immediato l’intervento di alcuni passanti che si sarebbero scagliati contro l’uomo. Un ragazzo lo avrebbe schiaffeggiato e costretto ad allontanarsi. Un’ambulanza intervenuta sul posto ha trasportato il bimbo in ospedale dove è stato soccorso. Le sue condizioni non sono risultate gravi e dopo gli accertamenti è stato dimesso. La famiglia ha sporto denuncia.
Sui social e nei blog è scattato il tam tam della solidarietà e dell’indignazione. Sconcerto nel mondo dell’associazionismo. Molte le voci preoccupate. Per risalire all’identità dell’autore del folle gesto violento, presumibilmente xenofobo, la questura sta visionando i filmati delle numerose telecamere a circuito chiuso, presenti nella zona.

A Cosenza vivono migliaia di migranti. In tema di accoglienza, esiste un tessuto spontaneo di associazioni, volontari, laici e realtà del volontariato cristiano, molto florido. Episodi di questo tipo non si sono mai verificati nel territorio bruzio prima di martedì notte.

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