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venerdì 20 settembre 2019

Libia, migrante "salvato" dalla Guardia Costiera libica tenta la fuga dopo lo sbarco: ucciso con un colpo d’arma da fuoco

TPI
La tragedia è stata denunciata dall'Organizzazione internazionale per le migrazioni.
Un migrante di origine sudanese è stato ucciso con un colpo d’arma da fuoco a Tripoli, in Libia: l’uomo si era rifiutato di essere trasferito nel centro di detenzione subito dopo lo sbarco e aveva tentato la fuga.


La tragedia è avvenuta nella giornata di ieri, giovedì 19 settembre, ed è stata denunciata dall’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim), che era presente con il proprio staff sul luogo dove è avvenuta la sparatoria.


Secondo quanto riferito dall’Oim, nel centro di Abusitta erano appena sbarcati 103 migranti, i quali hanno opposto resistenza al trasferimento nei vari centri di detenzione che si trovano nel paese nordafricano.

Alcuni di loro hanno tentato la fuga e un gruppo di uomini armati ha aperto il fuoco, colpendo allo stomaco uno dei migranti, il quale è deceduto poco dopo nonostante l’intervento immediato degli uomini dell’Oim.

La vittima faceva parte di un gruppo di migranti appena riportati a terra dalla Guardia Costiera libica, che negli ultimi cinque giorni ha "soccorso" e riportato in Libia quasi 500 persone.

“L’uso di armi da fuoco contro civili inermi è inaccettabile in ogni circostanza” ha affermato il portavoce dell’Oim Leonard Doyle, denunciando l’accaduto.

L’organizzazione considera la morte del migrante sudanese un “severo promemoria delle gravi condizioni in cui si trovano i migranti raccolti dalla Guardia costiera libica dopo aver pagato trafficanti per essere portati in Europa, solo per poi ritrovarsi nei centri di detenzione in condizioni disumane”.

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