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sabato 16 aprile 2016

Pietro Pinna è morto, aveva 89 anni: fu il primo obiettore di coscienza italiano

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Nato nel 1927 a Finale Ligure (SV), di origine sarda, fu chiamato alle armi nel 1948, ma rifiutò di prestare il servizio di leva. Da allora ha speso la sua vita per la costruzione della nonviolenza organizzata nel nostro Paese.
Pietro Pinna
E' scomparso ieri pomeriggio a 89 anni a Firenze, dove abitava da anni, Pietro Pinna, ricordato come il primo obiettore di coscienza “politico” italiano, oltre che fondatore con Aldo Capitini del Movimento Nonviolento in Italia. Nato nel 1927 a Finale Ligure (SV), di origine sarda, fu chiamato alle armi nel 1948 ma il suo animo pacifista lo portò a rifiutare il servizio di leva. 

Una scelta che lo costrinse poi ad affrontare due processi militari e vari mesi di carcere militare prima di essere riformato per motivi medici. Successivamente si impegnò attivamente per il riconoscimento dell’obiezione di coscienza. Dopo la prima Marcia Perugia-Assisi divenne il più stretto collaboratore di Capitini. Insieme nel 1962, crearono il Movimento Nonviolento. Nel 1964 uscì anche il primo numero della la rivista Azione nonviolenta, della quale è stato fino al momento della sua dipartita il direttore responsabile.

In una nota, il Movimento Nonviolento, lo ricorda così: "Pietro Pinna – Piero, per tutti – ha avuto sempre chiaro che non si può sconfiggere la guerra senza eliminarne lo strumento che la rende possibile, gli eserciti. E in questo impegno per la nonviolenza specifica – fatto di disobbedienze civili, marce antimilitariste, azioni dirette nonviolente per il disarmo unilaterale – ha speso ogni momento della sua esistenza, coerente e rigoroso soprattutto con se stesso, sempre aperto all’incontro con l’altro nella tensione e familiarità della ricerca della verità. Oggi, i giovani, che tanto a cuore stavano a Piero, che si affacciano all’esperienza del servizio civile, sanno – o dovrebbe sapere – che la loro esperienza di difesa civile non armata e nonviolenta è possibile soprattutto grazie all’impegno di una vita di Pietro Pinna. Ciao Piero”, conclude la nota.

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