Pagine

lunedì 5 agosto 2013

In carcere ogni anno 20 mila detenuti con problemi psichici

On Line News
Dopo l’episodio nel carcere di Genova Marassi, dove un detenuto con problemi psichici ha dato fuoco alla cella provocando 10 intossicati tra le file dei baschi azzurri del Corpo di Polizia penitenziaria, il Sappe (sindacato autonomo della Polizia penitenziaria) sottolinea con una nota a firma di Roberto Martinelli, segretario generale aggiunto, come “anche questo grave fatto che vede coinvolto un detenuto affetto da problemi psichici deve fare seriamente riflettere”. Per il Sappe, su quasi 70mila persone nelle carceri italiane, sono 20mila (per difetto) i casi l’anno di patologie psichiche.

“Troppo semplice – aggiunge Martinelli – dire chiudiamo gli ospedali psichiatrici giudiziari, come ha fatto il precedente Parlamento con in testa l’attuale sindaco di Roma Marino. E poi? Quel che serve per questi detenuti sono strutture di reclusione con una progettualità tale da garantire l’assistenza ai malati e la sicurezza degli operatori. Gli ospedali psichiatrici giudiziari hanno risentito nel tempo dei molti tagli ai loro bilanci.

 Ma colpevole è anche una diffusa e radicata indifferenza della politica verso questa grave specificità penitenziaria, confermata dall’incapacità di superare davvero gli OPG, come peraltro conferma il rinvio al 1 aprile 2014 rispetto alla data fissata per legge del 31 marzo 2013″. Per il segretario generale aggiunto del Sappe, “se i politici, a tutti i livelli, invece delle solite passerelle a cui si accompagnavano puntualmente anatemi e demagogie quanto estemporanee soluzioni, si fossero fatti carico del loro ruolo istituzionale, avrebbero per tempo messo le strutture psichiatriche nelle condizioni di poter svolgere al meglio il loro lavoro, poiché le condizioni disumane in cui versano gli O.P.G. sono il frutto di una voluta indifferenza della società civile, dei politici, ma soprattutto dei vertici dell’Amministrazione penitenziaria”.

“Con la chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari – dice ancora Martinelli – si acuirà a danno delle donne e degli uomini della Polizia penitenziaria il problema del sovraffollamento in carcere, già ora a livelli record con 150 detenuti per 100 posti, contro i 107 del resto d’Europa. Quando chiuderanno tra un anno, una parte dei loro detenuti tornerà in carcere, e se la situazione non cambierà, potrebbe diventare esplosiva. Già oggi un terzo dei detenuti è ad alto rischio di malattie mentali. Dal recente congresso dei Giovani Psichiatrici è emerso che su quasi 70mila persone nelle carceri italiane, sono ventimila (secondo calcoli per difetto) i casi l’anno di patologie: psicosi, depressione, disturbi bipolari e di ansia severi sono la norma nel 40% dei casi, a cui vanno aggiunti i disturbi di personalità borderline e antisociale. Quel che è successo a Marassi è che se la già e critica situazione penitenziaria del Paese non si aggrava ulteriormente è proprio grazie alle donne e agli uomini del Corpo di Polizia penitenziaria, che ieri a Marassi hanno sventato eroicamente una tragedia. Poliziotti, è bene ricordarlo, i cui organici sono carenti di circa 7mila e che mantengono l’ordine e la sicurezza negli oltre duecento Istituti penitenziari a costo di enormi sacrifici personali, mettendo a rischio la propria incolumità fisica, senza perdere il senso del dovere e dello Stato, lavorando ogni giorno, ogni ora, nel difficile contesto penitenziario con professionalità, senso del dovere, spirito di abnegazione e, soprattutto, umanità”. Redazione Online News

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.