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domenica 17 giugno 2018

Guatemala. Sette difensori dei diritti umani assassinati in un mese, sopratutto sostenitori della difesa dell'ambiente

Corriere della Sera
La strage dei difensori dei diritti umani in Guatemala, soprattutto di coloro che si occupano di terra e ambiente, va avanti a un ritmo sempre più spaventoso: dall'inizio dell'anno ne sono stati uccisi 12, sette dei quali solo tra il 9 maggio e l'8 giugno. 

Luis Arturo Marroquín ucciso il 9 maggio
Il 9 maggio Luis Arturo Marroquín, coordinatore del Comitato per lo sviluppo contadino (Codeca) è assassinato da sconosciuti a San Luis Jilotepeque. Il giorno dopo a Cobán viene ucciso José Can Xol, esponente del Comitato contadino dell'altopiano (Ccda).

Il 13 maggio, sempre a Cobán, è la volta di Mateo Chamám Paau, un altro membro del Ccda. Aveva già ricevuto minacce di morte. Il 30 maggio, ancora una volta a Cobán, viene aggredito Ramón Choc Sacrab, leader nativo Q'echi': muore due giorni dopo per le ferite alla gola e al volto. Il 4 giugno nella regione di Jutiapa vengono ritrovati i cadaveri, con ferite da machete, di due esponenti del Codeca, Florencio Pérez Nájera e Alejandro Hernández García. L'8 giugno, nella zona di Jalapa, viene assassinato sempre a colpi di machete Francisco Munguia, del Codeca.

Inutile dirlo, per questi e per i precedenti cinque omicidi di difensori dei diritti umani del 2018 non vi sono indiziati. Quanto sia poco importante assicurare i responsabili alla giustizia lo dimostrano le frasi diffamatorie pronunciate dal presidente Jimmy Morales nelle settimane che avevano preceduto questa ondata di omicidi. L'organizzazione non governativa Unità per la protezione dei difensori dei diritti umani del Guatemala ha registrato lo scorso anno 493 attacchi contro i difensori dei diritti umani.
Riccardo Noury

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