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mercoledì 13 giugno 2018

Yemen. Pessima notizia per una popolazione devastata: la Croce rossa ritira il personale

Corriere della Sera
Tre giorni fa il Comitato internazionale della croce rossa ha deciso il ritiro di 71 suoi operatori dallo Yemen, a causa dell'insicurezza, delle minacce e degli ostacoli alle sue attività. 


A far scattare la decisione è stata l'uccisione, il 21 aprile, di Hanna Lahoud, funzionaria del Comitato, colpita a morte mentre stava viaggiando a bordo di un veicolo ufficiale nei pressi della città di Ta'iz.

È un momento terribile per gli operatori umanitari in Yemen: sono lì per salvare vite e sono costretti a fuggire per salvare le loro. Per la popolazione civile yemenita, devastata da oltre tre anni di conflitto tra i gruppi armati huthi e la coalizione militare dei paesi del Golfo, già profondamente dipendenti dagli aiuti umanitari, la situazione è destinata a peggiorare.

Il Comitato è presente nello Yemen da oltre mezzo secolo. Ma mai come in questo periodo i suoi operatori e le sue attività sono stati minacciati, bloccati e presi direttamente di mira. Siamo di fronte a nient'altro che crimini di guerra. 

In questi tre anni di conflitto Amnesty International ha denunciato attacchi delle forze anti-huthi contro ospedali e altre strutture mediche nella zona di Ta'iz e attacchi degli huthi contro obiettivi simili, compreso un ospedale nella provincia di Hodeidah. La coalizione guidata dall'Arabia Saudita non è stata da meno (nella foto, ciò che restava di un ospedale di Medici senza frontiere, attaccato nel 2016). Il 5 giugno il Consiglio norvegese per i rifugiati ha denunciato un attacco aereo nei pressi di una delle sue strutture nella capitale Sana'a.
Riccardo Noury

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