Il governatore della Lombardia: "Fronte comune con Toti e Zaia contro gli arrivi". E spunta la diffida ai prefetti
Le parole di Maroni hanno creato parecchie polemiche. Al governatore ha risposto Piero Fassino: "Non è nei poteri di un presidente di Regione decidere quale politica di accoglienza di profughi persegue il nostro paese. Tanto meno è accettabile che si minaccino in modo ritorsivo, e illegalmente, riduzioni di risorse ai comuni che ospitano profughi. Mi auguro che il presidente Maroni si renda conto della insostenibilità delle sue dichiarazioni".E all'attaco di Maroni va anche Pierfrancesco Majorino, assessore alle Politiche sociali del Comune di Milano: "Maroni è un pagliaccio. Il suo annuncio arriva dopo che, nell’ordine: 1) nel 2011 da Ministro dell’Interno ha distribuito decine di migliaia di richiedenti asilo (cioè quelli che lui oggi chiama "clandestini") proprio presso i Comuni 2) come Presidente di Regione in questi anni se ne è bellamente fregato 3) Parla di tagliare trasferimenti ai Comuni annunciando qualcosa che non può nemmeno fare. O meglio: non così, visto, che spesso, effettivamente, Regione ha evitato di aiutare le città proprio in relazione, che so, ai disabili o ai poveri lombardi".
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