Sono ormai più di 2.300 i bambini fuggiti nelle ultime settimane dal Burundi a causa dell’escalation di violenza nel loro Paese. Hanno viaggiato per giorni da soli, per lo più a piedi, in mezzo ai pericoli, per cercare di raggiungere i campi profughi temporanei in Ruanda, Tanzania, Repubblica Democratica del Congo (RDC) e in Uganda.

"Spesso sono spinti a partire per primi dai loro genitori disperati, che restano indietro a proteggere case e proprietà dai saccheggi. Il numero di bambini vulnerabili arrivati da soli o separati dalle loro famiglie, è senza precedenti" avverte Edwin Kuria, Regional Humanitarian Manager di Save the Children in Africa Orientale. "Siamo estremamente preoccupati per la sicurezza di chi è costretto ad affrontare un viaggio così rischioso, soprattutto i bambini, che arrivano nei campi senza scarpe e con i soli vestiti che indossano".
Anche se i bambini riescono a raggiungere i campi profughi, già sovraffollati, senza incidenti, la loro sicurezza non è garantita, molti profughi hanno infatti segnalato atti di violenza, molestie ed intimidazioni, da parte delle milizie locali.
"Senza scuole o spazi sicuri per loro dove poter stare, alcuni bambini si ritrovano a lavorare, raccogliendo legna da ardere o scavando latrine, che sono entrambi i lavori pericolosi e faticosi per dei bambini" spiega Kuria.
Nel Campo di Mahama in Ruanda c’è anche molta preoccupazione legata alla distribuzione dell’acqua, con lunghe file e attese fino a sei ore al giorno per ricevere la poca acqua potabile disponibile. Allo stesso modo, in Tanzania le strutture sanitarie nel Campo di Nyarugusu sono al collasso a causa del flusso di nuovi arrivi e alla chiusura di due reparti a seguito di un’epidemia di colera. Il numero di visite mediche quotidiane è più che raddoppiato dopo l'arrivo di migliaia di rifugiati burundesi e la richiesta di visite prenatali è aumentato di sei volte.
Fino ad oggi, sono stati 91.459 i profughi burundesi che hanno chiesto asilo agli stati vicini. In Tanzania ne sono arrivati 47.929, in Ruanda 27.732, di questi, 23.532 sono nel Campo profughi di Mahama, in RDC 9.798 e in Uganda 6.000.
Save the Children sta intensificando i suoi interventi in Tanzania, Ruanda e Repubblica Democratica del Congo, dove è presente nei campi profughi con la distribuzione di cibo e generi di prima necessità per i rifugiati più vulnerabili, compresi i bambini soli e i minori-capofamiglia, e fornendo aiuto per l'accesso ai servizi essenziali.
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