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sabato 13 giugno 2015

Immigrazione, rifugiati e richiedenti asilo: i veri numeri del fenomeno. In UE il 10% dei richiedenti asilo del mondo

L'Huffington Post
Secondo una stima delle Nazioni Unite, riportata nell'ultimo Dossier Statistico Immigrazione UNAR/Idos 2014, nel 2013 è stata superata la soglia di 232 milioni di migranti nel mondo attratti, principalmente, da due continenti: Europa e Asia (il primo coopta circa il 31,4% dei migranti, il secondo il 30,5%). In questo momento, sempre secondo le Nazioni Unite, i rifugiati nel mondo hanno superato i 50 milioni.


Venendo ai numeri del nostro continente, i dati Eurostat del 2014 parlano di 626 mila richiedenti asilo nell'Unione europea, 191 mila in più rispetto all'anno precedente. Di questi oltre 202 mila hanno richiesto asilo in Germania, oltre 81 mila in Svezia e 64 mila 625 in Italia, ponendo il nostro Paese dell'Unione al terzo posto nella "classifica" degli Stati per numero di richiedenti asilo.

Volendo cominciare a fare chiarezza su questi numeri, però, bisognerebbe cominciare dal sottolineare che all'interno dell'Unione europea arrivano meno del 10% dei rifugiati richiedenti asilo del mondo. 


Un interessante articolo del professore dell'università Statale di Milano Maurizio Ambrosini sottolinea come queste cifre vadano confrontate con quelle globali diffuse da Unhcr - l'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati - sui primi sei mesi del 2014: il Libano accoglieva in quel periodo 1,1 milioni di richiedenti asilo, la Turchia quasi 800 mila, la Giordania 645 mila. Questi numeri sottolineano la portata mondiale di questo fenomeno, la sua caratteristica ormai non emergenziale, le difficoltà tecniche e strutturali del nostro Paese rispetto ad altri Stati della stessa Unione, come Germania e Svezia, e la necessità dii programmare una politica di tipo organica, che guardi al lungo periodo pensando, magari, ad un apparato dello Stato dedito a coordinare, pianificare, programmare, risolvere i problemi di questa materia senza relegare il tutto all'ambito della sicurezza delegando completamente a ministero degli Interni, Questure e Prefetture come se potessero dedicare le loro forze esclusivamente a questa tematica.

Ma veniamo anche ai numeri del nostro Paese.

Secondo il Viminale, al 6 maggio 2015, in Lombardia erano presenti 6.599 richiedenti asilo, 1 richiedente asilo ogni 1.515 residenti. In Piemonte erano 4.207, 1 ogni 1.051 abitanti, in Veneto 2.977, 1 ogni 1.655, in Liguria 1.433, 1 ogni 1.105 abitanti, in Friuli Venezia Giulia 2 mila 054, 1 ogni 597 abitanti. Il dato più evidente, in proporzione, sarebbe quello del Friuli Venezia Giulia dove, come sottolinea Stefano Polzot de Il Messaggero Veneto, "la sproporzione che penalizza dal punto di vista della sostenibilità dell'accoglienza il Friuli Venezia Giulia è legata anche al fatto che gli arrivi non sono solo via mare (ovvero di coloro che sbarcano sulle coste del Sud e vengono quindi trasferiti al Nord) ma anche via terra attraverso quella rotta dell'Est che dai Balcani e dall'Ungheria, attraverso l'Austria, arriva fino in Friuli Venezia Giulia". Alla faccia dei trattati europei e dei doveri di Austria e Ungheria nei confronti degli altri stati membri.

Questi dati, inoltre, vanno confrontati con la popolazione residente in queste regioni. Se è vero che è giunto il momento, come si ripete da anni, che il tema immigrazione diventi materia di competenza dell'Unione e non più dei singoli Stati, se è vero che è necessario trovare una soluzione che metta freno al flusso di migliaia di persone che cercano salvezza nel nostro Continente e questo può essere fatto solo in concerto con Bruxelles e le Nazioni Unite, dall'altro lato è vero anche che l'immigrazione è un fenomeno strutturale, e non emergenziale, e va affrontato come tale. Una regione come il Veneto, con quasi 5 milioni di residenti, non può trovarsi in difficoltà nella gestione di 3 mila rifugiati e lo stesso vale per la Liguria di Toti con 1 milione e 600 mila residenti a fronte di mille 500 richiedenti asilo.

Sempre tornando a fare una comparazione, Maroni, Toti e Zaia dovrebbero sapere che in Europa ci sono Paesi, come la Svezia, che accolgono 8,4 richiedenti asilo ogni mille residenti. E il rapporto richiedente asilo/rifugiato di Lombardia e Veneto è, tutt'ora, di gran lunga inferiore a quello della gran parte degli altri Paesi europei: l'Ungheria, a marzo, era al 4,3, Austria e Germania rispettivamente al 3,3 e 2,5.

Questo, chiaramente, non vuol dire che il fenomeno non sia in continuo aumento e che il Governo nazionale non debba pesantemente intervenire perché è chiaro che, se a fronte di questi numeri le reazioni di Toti e Maroni paiono sproporzionate, ci sono anche altissime probabilità che queste cifre possano triplicare o quadruplicare nei prossimi mesi e allora la situazione diverrebbe di difficile gestione senza una seria e profonda preparazione e rischiando di alzare la temperatura della tensione sociale a livelli pericolosamente alti.

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