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martedì 6 dicembre 2016

Migranti - I morti alle frontiere di terra non solo in mare

Huffingtonpost

Questa lista non è esaustiva.

3 dicembre, stazione di Wörgl, confine tra Austria e Germania, un uomo e una donna sono stati schiacciati tra le ruote di un tir, dove si erano nascosti al momento dello scarico dal treno del mezzo pesante. Partiti da Verona, e nascosti sotto il tir per fuggire ai controlli sul Brennero, avevano forse prima persi i sensi di assideramento. Un terzo uomo è in grave condizioni è stato ricoverato d'urgenza.

25 novembre, Subotica, Serbia, al confine con l'Ungheria, vari rifugiati fatti salire di forza dalla polizia in un treno per Presevo, saltano dai treni e si feriscono (e vengono curati da Msf). Sicuramente speranzosi di proseguire loro viaggio verso l'Ungheria o la Croatia, terrorizzati dal tentativo di venir rilocalizzati più a sud, hanno panicato e sono saltato dai treno in marcia. Queste settimane sono giunti numerose segnalazioni di respingimenti e deportazioni dalla Serbia verso la Macedonia.

24 novembre, campo di Moria, Lesbos, una donna irachena sessantenne (la nonna) e suo nipotino di sei anni sono morti bruciati in un incendio, scoppiato nel campo, forse dall'esplosione di una bombola di gas. Altre 12 persone sono rimaste ferite, due delle quali in modo grave.

22 novembre, confine bulgaro-serba, il corpo di un afghano 18enne è stato trovato morto in una stanza abbandonata di una stazione di pompaggio, nel villaggio di Kosovo, provincia di Vidin, ad 1 km dalla frontiera con la Serbia. Cercava probabilmente di attraversare il confine tra Bulgaria e Serbia, scarsamente vestito, si assume sia morto di stenti e di assideramento ma non si hanno finora maggiori dettagli (e quel confine è pattugliato 24 ore da guardie delle frontiere e fascisti auto-organizzati).

22 novembre, confine serbo-ungherese, un giovane pakistano di 16 anni è stato folgorato da una scarica elettrica al confine serbo-ungherese che cercava di oltrepassare. Ha toccato il cavo sbagliato mentre attraversava una stazione ferroviaria.

In Serbia, numerosi rifugiati continuano inoltre a riportare gravi ferite per mano della polizia e guardia della frontiera ungherese armata, e da ronde fasciste ("vigilantes" autorganizzati in "caccie al migrante"); i migranti riportano in particolare contusioni da manganellate e pestaggi (spesso crani fratturati) e morsi da cani.

22 novembre, Ventimiglia, un migrante disperso nella piena del fiume Roja. Insieme a compagni di viaggio, aveva cercato riparo per la notte per via delle forti piogge, sotto il cavalcavia rimanendo bloccati su un pilone dalla piena del fiume, e poi travolto.

21 novembre, Bolzano, eritreo di 17 anni, morto sui binari nella stazione di Bolzano, tra le rotaie, travolto nel tentativo di salire su un treno merci diretto in Austria, per arginare i controlli tra Italia e Austria. Cercava di raggiungere il suo fratello a Francoforte.

18 novembre, Borghetto (Trentino-Veneto), una giovane donna, forse Etiopia, è stata investita di notte, da un altro treno in transito a sud di Borghetto, lungo l'asse del Brennero. Non si sa se fosse fatta scendere dal primo treno, come spesso accade, dai poliziotti di frontiera o durante un controllo del biglietto. Addosso le è stato trovato un foglio che viene consegnato al momento dello sbarco nei porti siciliani. Non si saprà probabilmente mai suo nome e la sua storia. Quanti km avesse camminato attraverso deserti, quanti abusi subiti in Libia, e il terrore di attraversare da sola l'Europa, di notte.

Sul confine tra Italia e Austria preoccupa l'aumento del numero dei casi di migranti vittime di incidenti ferroviari negli ultimi mesi. Nella stazione di Bolzano sono state adottate una serie di misure di sicurezza e di controllo. E dopo la Germania, da inizio dicembre anche la polizia austriaca ha intensificato i controlli sui treni merci, che vengono sempre più spesso utilizzati dai profughi per proseguire il loro viaggio verso il Nord Europa.

Da quanto i controlli sono stati potenziati da Verona al Brennero per scoraggiare il transito dei migranti, non è la prima volta che le persone sono fermate, fatte scendere e poi costrette a muoversi a piedi seguendo quindi i binari del treno.

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