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lunedì 22 settembre 2014

Africa - Negata l’istruzione a 30 milioni di bambini, chiuse le scuole nei Paesi dell’ebola

Africa ExPress
Durante il mese di settembre si ritorna a scuola, non solo in Italia, in Europa, quasi in tutto il mondo. Dare un’educazione ai giovani, significa investire nel futuro, far crescere il proprio Paese ed è ciò che i governanti non dovrebbero mai dimenticare.
L’Africa, così flagellato da malattie, terrorismo, guerre di religione, faide tribali, corruzione è il continente che ha dimenticato i suoi piccoli cittadini. Sono loro che pagano il tributo più elevato: per un’altissima percentuale di bambini e ragazzi africani anche quest’anno non si apriranno i portoni delle scuole. Secondo un rapporto del Dipartimento di Stato Americano si stima che in tutto il mondo 30 milioni di bambini quest’anno non hanno accesso alla scuola, gli viene negato, cioè, il diritto all’istruzione.

In Liberia, Sierra Leone e Guinea, i tre Paesi maggiormente colpiti dall’ebola, molte aule resteranno chiuse e più di tre milioni di ragazzi resteranno a casa.

Nel Sudan, Sud Sudan, nella Repubblica Centrafricana, nel Congo DRC 7,15 milioni di persone sono sfollati. Non hanno più una casa, sono scappati per non essere uccisi. I più si trovano in campi profughi sovraffollati, lottano per la sopravvivenza quotidiana, spesso sono ammalati, fragili per le pessime condizioni di vita. Necessitano di assistenza umanitaria immediata che, ahimè, non comprende l’istruzione. Nella sola Repubblica Centrafricana due terzi dei ragazzi non andranno a scuola. Un’intera generazione resterà analfabeta o quasi, senza futuro. Le notizie che giungono dal Sudan, Sud Sudan e dal Congo DRC non sono molto più confortanti: solo il 40 percento dei bambini ha accesso alle scuole primarie.

Nel nord-est della Nigeria, a causa dei continui attacchi dei terribili militanti del gruppo Boko Haram di estrazione jihadista, lo Stato del Borno ha chiuso oltre 80 scuole medie nella primavera scorsa ; dopo il rapimento delle studentesse di Chibok (#BringBackOurGirls) altri istituti non hanno riaperto, i genitori hanno paura per i loro figli.

L’ignoranza, l’istruzione negata, è la tragica conseguenza dei conflitti, delle epidemie. Chi sopravvive a malattie e guerre difficilmente ha la possibilità di sognare un mondo migliore, gli mancano gli strumenti di base: l’istruzione che rende l’uomo libero, capace di analizzare, confrontarsi, migliorarsi, dare il proprio contributo intellettuale al suo Paese.

Cornelia I. Toelgyes

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