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giovedì 5 dicembre 2013

Iran: nel Kurdistan iraniano condannati a morte 3 sunniti per propaganda religiosa

Aki
Tre giovani attivisti sunniti della regione Kurdistan iraniano, Keywan Mohmeni-fard, Farzad Honarju e Shahu Ebrahimi, sono stati condannati a morte. 


Lo riferisce il sito Herana, spiegando che i tre sono stati riconosciuti colpevoli dal Tribunale della Rivoluzione di Teheran di "aver attentato alla sicurezza nazionale, facendo propaganda religiosa e aver collaborato con gruppi fondamentalisti salafiti". I tre giovani sono stati arrestati nella primavera del 2010 e sono reclusi nel carcere di Rajai-sahar, vicino alla città di Karaj.

Secondo quanto sostiene il loro legale, Abdolhazim Sabeti, il trentenne Mohmeni-fard ha trascorso 18 mesi in cella di isolamento nel carcere di Sanandaj, subendo torture fisiche e psicologiche, mentre Honarju, religioso e predicatore 22enne, ha trascorso diversi mesi nel carcere di Marivan, nella regione Kurdistan, per poi essere stato trasferito nel carcere di Evin a Teheran e successivamente in quello di Rajai-shahr, vicino a Karaj. Ebrahimi è uno studente 28enne di informatica, il quale ha trascorso 17 mesi in cella di isolamento nel carcere di Zanjan, prima di essere trasferito a Rajai-shahr.

Per i giudici, tutti tre collaboravano con formazioni armate clandestine sunnite affiliate ai movimenti salafiti. Gli imputati si sono sempre proclamati innocenti e hanno chiesto l'intervento della comunità internazionale. Secondo Herana, sono circa 150 gli attivisti sunniti reclusi per reati politici nelle carceri iraniane. Negli ultimi anni, una decina di attivisti sunniti ha subito l'impiccagione per "attentato alla sicurezza nazionale" in quanto mohareb ovvero nemici di Allah e dell'Islam. Secondo i dati ufficiali, circa l'88% della popolazione iraniana è sciita e circa l'8% è sunnita.

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