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giovedì 14 febbraio 2019

Quando l'Italia salvava i disperati del mare. Le fotografie di Massimo Sestini della missione "Mare Nostrum"

Globalist
Volti stravolti, un minuscolo piede che sbuca da una coperta, un Corano, frammenti di speranza e terrore in un barcone … Era il 2014 e il fotoreporter Massimo Sestiniseguiva le operazioni di salvataggio "Mare Nostrum", al largo delle coste libiche. 

Dopo dodici giorni di tempesta, dall'elicottero il fotografo inquadra un barcone di migranti tratti in salvo. Lo scatto foto vince la sezione “General News” del World Press Photo nel 2015. E ci racconta in forma nitida la speranza nell’Europa, nell’Italia, la paura di chi ha rischiato di finire sul fondo del Mediterraneo quando il nostro Paese, la sua politica al vertice e molti dei suoi cittadini, vedevano nel salvare vite umane un gesto di umanità doveroso e nel respingere o rifiutare chi tenta la traversata un atto inumano oltre che politicamente ingiusto e, alla lunga, dagli effetti devastanti.

La foto sui migranti in salvo si può vedere accanto ad altre immagini di Sestini in due luoghi diversi: riprodotta in un luogo inconsueto per uno scatto, il Nelson Mandela Forum di Firenze, nella mostra permanente “Mediterraneum - il diritto alla speranza, scatti dal mare”, e inserita nell’esposizione del fotografo “L’aria del tempo” in corso fino al 10 marzo nello storico edificio di architettura razionalista Wegil a Romarestaurato e trasformato dalla Regione Lazio in un luogo con più destinazioni culturali.

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