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venerdì 12 ottobre 2018

Venezuela. Oppositore Fernando Albán Salazar arrestato, muore nella sede dei Servizi segreti

La Repubblica
Fernando Albán Salazar, consigliere del partito Prima la giustizia, era stato arrestato al suo arrivo in aeroporto di ritorno dagli Usa. L'Onu chiede chiarimenti. 



È un giallo la morte di un esponente dell'opposizione venezuelana, consigliere dell'area metropolitana di Caracas eletto tra le fila di Primero Justicia (Prima la Giustizia). Si chiamava Fernando Albán Salazar ed era stato arrestato venerdì scorso dai Servizi segreti bolivariani (Sebin) mentre sbarcava da un volo proveniente dagli Usa.

Accusato di far parte del gruppo che lo scorso 4 agosto aveva organizzato un presunto attentato contro Maduro, con due droni che avevano sganciato delle granate su una sfilata militare, era stato rinchiuso nella sede dell'intelligence del regime. Ieri doveva essere trasferito in Tribunale per apparire davanti ad un giudice. Salazar si sarebbe lanciato da una finestra schiantandosi al suolo.

Il ministro dell'Interno Néstor Reverol ha confermato la notizia sostenendo che "mentre si trovava nella sala di attesa per essere portato in Tribunale si sarebbe lanciato da una finestra del palazzo candendo nel vuoto". Ma la versione non coincide con quella fornita successivamente dal Procuratore generale Tarek William Saab. "Il cittadino", ha riferito, "aveva chiesto di andare al bagno e una volta entrato si è lanciato dalla finestra dal 10° piano dell'edificio".

L'opposizione parla di omicidio. Primero Justicia, la formazione guidata da Henrique Capriles, ha espresso "il suo profondo dolore e sete di giustizia per la morte di Fernando Albán assassinato per mano del regime di Nicolás Maduro nella sede del Sebin in piazza Venezuela". Molti esponenti che sono stati arrestati e interrogati in quel tetro edificio spiegano che "è impossibile che Fernando sia stato lasciato libero di andare in bagno senza una scorta". Altri che conoscono i locali aggiungono che "tutti i bagni usati per gli arrestati hanno le grate alle finestre".

L'Alto Commissariato per i Diritti Umani dell'Onu ha chiesto "un'indagine trasparente per chiarire le circostanze della sua morte. "Fernando Albán Salazar era detenuto dallo Stato", ha aggiunto la portavoce Ravina Shamdasani durante una conferenza stampa a Ginevra. "Lo Stato aveva l'obbligo di assicurare la sua sicurezza e la sua integrità personale".

Per il lancio delle granate sulla cerimonia a cui partecipava Maduro sono state arrestate finora 14 persone. Il governo accusa Julio Borges, ex presidente della Assemblea nazionale sciolta d'autorità nell'estate del 2017, di essere il mandante dell'attentato, con la complicità dei governi colombiano, cileno, Usa e messicano. La salma del consigliere comunale è stata restituita ai familiari che si rifiutano di cremarla come hanno sollecitato le autorità.

La stessa Onu ha denunciato la presenza di 236 prigionieri politici nelle carceri del Venezuela e ha espresso preoccupazione per la detenzione di 59 espatriati colombiani, arrestati tra l'agosto e il settembre del 2016 perché accusati di una serie di agguati e attentati. "Tutti sono indicati come dei paramilitari", ricorda l'Onu, "ma finora, a distanza di oltre due anni, non sono state fornite alcune prove a sostegno dell'accusa".
Daniele Mastrogiacomo

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