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lunedì 26 febbraio 2018

Bahrein, Nabil Rajab condannato a 5 anni per dei tweet. Amnesty: vergognoso attacco alla libertà d’espressione

Amnesty International
La vergognosa condanna a cinque anni di carcere del noto difensore dei diritti umani Nabil Rajab per aver espresso opinioni pacifiche online mostra, secondo Amnesty International, il profondo disprezzo delle autorità del Bahrein per la libertà d’espressione.
Nabil Rajab
Rajab è stato giudicato colpevole di aver pubblicato, nel 2015, tweet e retweet riguardanti la tortura nelle prigioni del Bahrain e l’uccisione di civili nel conflitto dello Yemen ad opera della coalizione guidata dall’Arabia Saudita.

“Questa condanna è uno schiaffo in faccia alla giustizia e illustra bene la spietata determinazione delle autorità del Bahrein di schiacciare ogni forma di dissenso e fino a che punto sono disposte ad andare per ridurre al silenzio chi le critica in modo pacifico“, ha dichiarato Heba Morayef, direttrice di Amnesty International per il Medio Oriente e l’Africa del Nord.

“Il vergognoso verdetto va annullato, le autorità devono prosciogliere Rajab da ogni altra accusa pendente a suo carico e rilasciarlo immediatamente. L’idea che debba passare altri cinque anni in carcere solo per aver osato esprimere le sue idee online è semplicemente inaccettabile“, ha aggiunto Morayef.

Rajab, presidente del Centro per i diritti umani del Bahrein, è regolarmente perseguitato per il suo impegno pacifico in favore dei diritti umani: dal 2012 è entrato e uscito dal carcere più volte a causa del suo attivismo pacifico. Dal novembre 2014 gli è vietato lasciare il paese.

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