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mercoledì 26 febbraio 2014

Medio Oriente: sono 4.800 i palestinesi imprigionati nelle carceri israeliane. Dal 2011 arrestati 11.034 palestinesi di cui 2.500 bambini

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Il responsabile del Censimento dei prigionieri del ministero palestinese, Abdul-Nasser Ferwana, ha dichiarato il 4 febbraio che Israele detiene circa 4.800 palestinesi in 70 luoghi diversi tra prigioni, centri di detenzione e centri di interrogatorio, contravvenendo in tal modo al diritto internazionale.
Negli ultimi 3 anni, secondo Ferwana, durante alcune incursioni e violazioni nei territori palestinesi occupati, l'esercito israeliano ha arrestato circa 11.034 palestinesi di cui 2.500 bambini. Il funzionario precisa che i soldati hanno prelevato e incarcerato più di 10.000 bambini palestinesi dall'inizio dell'Intifada al-Aqsa a fine settembre del 2000: "Queste arrestazioni violano il diritto umanitario internazionale".

Ferwana sottolinea che "la violenza nell'esecuzione degli arresti, gli interrogatori, la tortura e la durezza delle condizioni di detenzione costituiscono delle gravi infrazioni". Aggiunge inoltre che "in questo momento abbiamo più di 4.800 palestinesi dietro le sbarre e molti di loro sono detenuti dall'inizio dell'Intifada al-Aqsa. Sono incarcerati in 17 prigioni e centri di detenzione diversi. Tra le 17 donne in stato di arresto, Lina al-Jarbouni è colei che sconta la pena più lunga: è stata arrestata 12 anni fa e condannata a 17 anni di reclusione".

Oltre a ciò, il responsabile del censimento informa che Israele trattiene 150 persone in detenzione amministrativa, cioè senza accuse né processi. Tra i prigionieri spiccano inoltre 12 parlamentari eletti di cui un ministro del governo locale.

Negli ultimi dieci anni, Israele ha sequestrato e incarcerato più di 60 parlamentari ed ex-ministri e la maggior parte di loro è trattenuta in detenzione amministrativa.

Tra i 474 prigionieri che scontano l'ergastolo, Ferwana dichiara che Abdullah Barghuti, lontano parente di Marwan Barghuti, si è visto infliggere 67 condanne a vita con l'aggiunta di altri 250 anni di prigione.

Sempre secondo le cifre esposte dal responsabile, sono 30 gli ordini di carcerazione effettuati da Israele prima della creazione dell'Autorità palestinese, avvenuta il 4 maggio 1993. Tra queste, 15 persone sono state arrestate più di 25 anni fa, mentre il record storico è detenuto da Karim Yunis, dietro le sbarre da più di 31 anni.

In base alle informazioni presentate del funzionario del ministero, Israele continua a negare ai prigionieri malati il diritto a cure sanitarie professionali e specializzate. Sono 1.500 i detenuti che soffrono di uno stato di salute precario; alcuni sono colpiti dal cancro, altri hanno invece perso la mobilità e alcune funzioni.

Dal 1967 sono 205 i detenuti deceduti durante la prigionia. Le cause del decesso vanno dalla tortura durante gli interrogatori alla mancanza di cure mediche appropriate, per non parlare dell'uso eccessivo della forza. L'ultimo caso registrato è quello di Hassan Torbay, 22 anni, originario di Nablus in Cisgiordania, morto di cancro all'ospedale di Afula. Israele rifiutò di procurargli i trattamenti necessari e lo ricoverò solo quando la sua salute era già gravemente compromessa.

Sono decine i palestinesi che muoiono poco dopo la loro liberazione a causa del deterioramento dello stato di salute aggravato dalla mancanza di cure nelle prigioni israeliane. Tra questi figurano Morad Abu Sakut, Hayel Abu Zeid, Ashraf Abu Threi, Fayez Zeidat e Zakariyya Issa.

Abdul-Nasser Ferwana lancia un'appello ai media chiedendo di prestare maggiore attenzione alla questione dei prigionieri palestinesi, di concentrarsi sulle loro sofferenze e sulle infrazioni e gli abusi psicologici e fisici commessi contro di loro nelle celle israeliane.

di Saed Bannoura, traduzione di Cecilia Bianchi

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