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venerdì 7 febbraio 2014

Iraq: Human Rights Watch; autorità trattengono donne illegalmente e le torturano



La Presse
Le autorità dell'Iraq stanno trattenendo illegalmente migliaia di donne, molte delle quali sono soggette a torture e maltrattamenti come la minaccia di abuso sessuale. Lo rende noto Human Rights Watch in un rapporto in cui viene inoltre affermato che le donne in cella passano mesi o anche anni senza essere accusate prima di vedere un giudice.
Il documento redatto da Hrw si basa su interviste fatte a 27 detenute, molte delle quali hanno raccontato che le guardie le hanno schiaffeggiate, prese a calci, stuprate o minacciate di violenza sessuale. Tutte hanno raccontato di essere state interrogate sulle attività dei loro parenti invece che sui crimini in cui erano coinvolte. I gruppi per i diritti umani internazionali sono preoccupati che l'Iraq non sia in grado di gestire i detenuti mentre il governo è impegnato a contrastare le minacce dei militanti. I prigionieri si sono spesso lamentati per avere subito abusi e per le pessime condizioni delle carceri.
"Le forze di sicurezza irachene agiscono come se maltrattare le donne rendesse il paese più sicuro", denuncia Joe Stork, direttore di HRW per il Medio Oriente e il Nordafrica. "QUeste donne e i loro familiari ci hanno detto che finché le forze di sicurezza continueranno a maltrattare la gente impunemente, non ci si potrà che aspettare un peggioramento delle condizioni di sicurezza". Fra le 27 donne intervistate dall'Ong americana, una, che camminava con le stampelle dopo essere stata sottoposta a choc elettrici per nove giorni, è stata giustiziata. Spesso le donne vengono arrestate solo per essere interrogate sui loro familiari uomini e non per reati commessi da loro, spiega il rapporto. L'Ong registra comunque nel paese un aumento dei maltrattamenti di tutti i detenuti, oltre ad arresti di massa e prolungamenti di detenzioni non giustificati. La collera della comunità sunnita rende la situazione in Iraq sempre più instabile e impedisce oltretutto alle autorità di cooperare con questa comunità per arrestare i componenti dei gruppi jihadisti presenti in Iraq. "Questi abusi hanno creato una collera molto radicata, mancanza di fiducia tra la comunità e le forze dell'ordine, situazione di cui tutti gli iracheni pagano il prezzo", conclude Stork.

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