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mercoledì 5 febbraio 2014

Turchia: detenuti malati del Pkk lasciati morire in carcere

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Il ramo di Diyarbakir delle Associazioni della Federazione di Aiuto per le Famiglie dei Prigionieri (Tuhad-Fed) ha richiamato l'attenzione sulla situazione dei detenuti malati nelle carceri turche nel quarto giorno della manifestazione di protesta messa in essere venerdì davanti al Carcere Chiuso di Tipo D di Diyarbakir.


La manifestazione fuori dal penitenziario ha visto la partecipazione di famiglie e parenti di detenuti malati nella prigione, il candidato sindaco metropolitano di Diyarbakir Gültan Kisanak, Raci Bilici del ramo di Dyarbakir dell'IHd (Associazione Diritti Umani), l'Associazione Giornalisti Liberi così come i rappresentanti di Meya-Der e centinaia di persone. La manifestazione del quarto giorno è iniziata con la lettura della lettera inviata al Tuhad-Der dai detenuti del Pkk (Partito dei Lavoratori del Kurdistan) di Diyarbakir del Carcere Chiuso Tipo D.

I carcerati del Pkk hanno sottolineato nella loro lettera che i rapporti medici hanno approvato la detenzione dei prigionieri malati che - hanno evidenziato - sono praticamente lasciati morire in prigione, aggiungendo che: "Il governo dell'Akp, il Ministero della Giustizia e le autorità dell'Istituto di Medicina Forense sono responsabili per questa situazione disumana. 


Non potremo mai accettare il silenzio di tomba sui nostri amici malati", hanno detto e chiesto l'immediato rilascio di tutti i prigionieri infermi, e in particolare di Halil Günes, Semsettin Kargili e Adnan Yalçin che - hanno detto - non possono eventualmente ricevere cure in carcere. I reclusi del Pkk hanno detto che si tratta di un diritto giuridico e legale per cui i detenuti malati devono essere curati in condizioni idonee.

I prigionieri hanno anche detto di aver chiuso la loro protesta di rifiuto delle visite dei familiari che erano state poste in essere per una settimana per richiamare l'attenzione sulla situazione dei detenuti malati, e hanno esteso i loro ringraziamenti a tutti coloro che non li hanno lasciati soli e hanno sostenuto le loro richieste per il miglioramento delle condizioni di detenzione e il rilascio dei prigionieri malati.

Parlando dopo, il presidente dell'Ihd del ramo di Diyarbakir, Raci Bilici, ha espresso preoccupazione per la violazione dei diritti e per le condizioni disumane nelle carceri turche dove - ha messo in risalto - ci sono attualmente 550 detenuti malati tra i quali 163 sono in situazione critica. Bilici ha messo in evidenza che il governo dell'Akp, il Primo Ministro e il Presidente sarebbero responsabili per l'ulteriore morte di prigionieri malati in carcere, e ha invitato le autorità a revocare le leggi anti-democratiche e ad abolire le istituzioni di medicina legale a causa delle decisioni razziste che hanno preso fino ad oggi, aprendo la strada alle morti imminenti nelle carceri.

Güllü Bozkurt, figlia del detenuto malato Necdet Bozkurt, ha dichiarato di non aver chiesto pietà al Ministero della Giustizia, ma di aver chiesto la messa in pratica di quelle che sono le sue competenze. "Mio padre non è stato rilasciato nonostante il fatto che abbia scontato la sua pena. Ci siamo rivolti anche all'Ihd e al Ministero della Giustizia il quale, quando chiediamo loro perché a mio padre sia stato negato il rilascio, continua ad avanzare scuse quali punizioni disciplinari", ha sottolineato. Gli interventi sono stati seguiti da un sit-in di cinque minuti fuori dal carcere.

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