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lunedì 6 marzo 2023

Egitto - 15 anni di carcere a Ezzat Ghoniem fondatore di una ong per la difesa dei diritti umani - Pene per altri 14 attivisti

Focus on Africa
Il processo nei confronti di 14 attivisti e difensori dei diritti umani, tra i quali Ezzat Ghoniem, fondatore del Coordinamento egiziano per i diritti e le libertà, è finito come purtroppo si temeva.

Tra i vari imputati, Ezzat Ghoniem è stato condannato a 15 anni. Stessa pena per l’avvocato Muhammad Abu Horeira, dieci anni per la moglie Aishaa al-Shater e per Sumaya Nassef, cinque per l’avvocata Hoda Abdelmoneim.

Il verdetto corrisponde alle politiche criminalizzanti dell’era al-Sisi: chi si occupa di diritti umani è giudicato colpevole di reati quali adesione, finanziamento e sostegno al terrorismo nonché di diffusione di notizie false.

Le udienze del processo, celebrato da un tribunale di emergenza (dello stesso genere di quello che sta processando Patrick Zaki), si sono svolte a porte chiuse all’interno del complesso penitenziario di Badr. Gli avvocati, che non avevano potuto avere accesso agli atti giudiziari nel corso delle indagini, non hanno neanche avuto il permesso di interrogare i testimoni dell’accusa.

Nel processo non si è fatto minimamente cenno alle torture, compresa la violenza sessuale, e alle sparizioni forzate subite dagli imputati, in carcere sin dal 2018. Da quell’anno, nessuno di loro ha potuto vedere i familiari, con l’eccezione di Hoda Abdelmoniem, che li ha incontrati una sola volta.

Riccardo Noury

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