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domenica 25 luglio 2021

Voghera - Una società armata e impaurita arriva a tollerare le uccisioni e si diminuisce così la sicurezza collettiva - di Mario Giro

Il Domani
Un assessore che spara in piazza non è normale. Si tratta di un ulteriore passo verso l'aumento del tasso generale di violenza, che la destra favorisce e la sinistra non sembra in grado di fermare


Ci stiamo incamminando verso modelli non nostri: quelli di paesi in cui sparare non fa scandalo. Gli Stati Uniti da decenni si dibattono con tale problema, con tantissime morti imputabili alla diffusione delle armi. Anche altri paesi d'Europa si sono messi su tale china.
Tutto ciò non aumenta la sicurezza collettiva ma la diminuisce. Una società armata è una società impaurita dove tutti si sentono in diritto di farsi giustizia da sé. È un modo di definire la giustizia non secondo la legge ma secondo le sensazioni personali. 
Nella società odierna la percezione individuale di sé stesso e degli altri è divenuta un mantra assoluto.

Ci possiamo aspettare che uccidere sia considerato tollerabile o lo stia diventando. Quando ci si sposta dall'oggettività del reale ad un'illimitata soggettività, tutto diviene opinabile, inclusa la difesa personale. Non esiste più l'obiettività di una situazione: se "io sento" di essere minacciato, posso permettermi di sparare. È ciò che è successo a Voghera. A tali condizioni diventa un'impresa quasi impossibile dibattere sul tema: la sensazione personale vale di più di qualunque ragionevole discussione oggettiva.

Lo si constata in tanti settori e su tanti argomenti: oggi le sensazioni dell'io divengono la legge di sé stessi, tendendo a superare la norma comune scritta. È divenuto frequente criticare i giudici per non saperla calare sulle sensazioni o convinzioni soggettive. 
Ma la legge è fatta proprio per evitare i personalismi o le emozioni unilaterali: le norme collettive servono a rendere oggettiva la realtà e ad interpretarla in maniera ragionevolmente comune. L'alternativa è il caos, che è esattamente la situazione in cui stiamo cadendo.
Ovviamente dotarsi di armi crea le condizioni più pericolose per far esplodere tale estremismo soggettivo. Coloro che fanno le leggi (il parlamento) e coloro che le amministrano (la magistratura) dovrebbero domandarsi come rafforzare la consapevolezza collettiva che una società si regge sulla concreta realtà oggettiva delle situazioni, delle azioni e dei fatti.

Se al posto di tale realtà si lascia libero l'individuo di inseguire le proprie emozioni, si distrugge la società stessa. La legge non è mai soggettiva ma comune e il più possibile aderente alla realtà oggettiva. Non si può decidere il tasso di pericolosità e di allarme secondo le proprie emozioni, creando una specie di legge personale.

Si dirà che è l'individuo, e non la norma, a trovarsi in certe situazioni e a dover decidere come reagire. Questo è lo spirito del tempo: l'individuo si fa norma a sé stesso e decide prevalentemente in base a sé stesso. 

L'individuo diviene il vero sovrano. Ma se vogliamo una società in cui sia possibile vivere insieme, tale prospettiva è inaccettabile. Siamo una comunità e per continuare ad esserlo l'io deve sciogliersi nel noi. Ecco perché sparare come è accaduto a Voghera rimane inammissibile.

Mario Giro

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