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giovedì 6 aprile 2017

Associazioni al Comune di Roma - Forte preoccupazione per garanzie diritto iscrizione anagrafica dei senza fissa dimora

SIR
La Caritas di Roma, la Comunità di Sant’Egidio, l’Esercito della Salvezza, Focus-Casa dei diritti sociali e Associazione Centro Astalli esprimono oggi “seria preoccupazione” per la deliberazione della Giunta capitolina n. 31 del 3 marzo 2017 in materia di iscrizione anagrafica delle persone senza fissa dimora. 

Le cinque organizzazioni – che operano a titolo gratuito e collaborano da oltre 20 anni con il Comune di Roma – ribadiscono “perplessità” sull’accessibilità e l’effettivo futuro esercizio del diritto di residenza per le persone senza dimora. 

Solo con l’iscrizione anagrafica si può richiedere infatti un documento di identità, esercitare il diritto di voto, ottenere l’assistenza sanitaria e tutte le misure sociali collegate alla residenza, come la possibilità di chiedere la cittadinanza, il riconoscimento di invalidità, riscuotere la pensione. 

Ciò avviene oggi per circa 20mila persone a Roma, 18mila delle quali non più “invisibili” grazie al lavoro delle associazioni e solo 2mila per opera delle strutture comunali. “La nuova procedura – denunciano le associazioni – rischia di non garantire tale servizio a tutti i cittadini in situazioni di fragilità sociale, penalizzando quanti hanno meno possibilità di incontrare la pubblica amministrazione”. Chiedono perciò “di risolvere al più presto le criticità” predisponendo le “consequenziali misure correttive”.

Pur “riconoscendo che la nuova delibera investe finalmente l’amministrazione pubblica di un ruolo che le è proprio”, temono che “affidare in modo esclusivo il servizio di iscrizione anagrafica delle persone senza fissa dimora ai Municipi, in una realtà complessa come quella romana, senza un’adeguata preparazione degli impiegati e un incremento delle risorse, rischia di creare problemi effettivi di esigibilità dei diritti”. 

Ad esempio il servizio di mediazione culturale per gli stranieri; la casella postale per la corrispondenza fiscale e amministrativa (le comunicazioni arriveranno invece all’indirizzo del Municipio); l’assistenza nella compilazione della modulistica. 

Nel caso di cittadini stranieri le organizzazioni ricordano che occorre “assicurare idonee modalità per consentire ai lavoratori domestici di ottenere la residenza anagrafica anche nei numerosi casi nei quali i datori di lavoro non consentono l’iscrizione pur vivendo il lavoratore presso di loro”; assicurare “l’iscrizione anagrafica di chi esce dai centri per i richiedenti asilo con un titolo di soggiorno” ma è “senza alloggio o in un alloggio irregolare o abusivo”. 

Per quanto riguarda i nuclei familiari che vivono in situazioni di indigenza occorre “garantire il diritto all’iscrizione anagrafica delle persone che vivono in sub-affitto o in occupazione abusiva”. Serve anche il riconoscimento delle nuove figure di “senza tetto” e “senza fissa dimora” di chi in seguito a separazione o divorzio perde l’uso della casa familiare.

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