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domenica 26 gennaio 2014

Senegal - Casamance: donne per la pace a Dakar

MISNATrecento donne arrivate da Ziguinchor, Kolda e Sedhiou si sono date appuntamento oggi a Dakar per spingere il governo a stabilire un calendario dei negoziati per una pace definitiva in Casamance: lo riferisce la stampa senegalese, aggiungendo che l’altro obiettivo è coinvolgere tutte le senegalesi nella risoluzione del conflitto armato in atto dal 1982 nella regione meridionale.

Ci troviamo in un periodo che non è né di pace né di guerra. Tutte insieme dobbiamo chiamare i belligeranti a sedersi attorno ad un tavolo negoziale (…). Le popolazioni vogliono la pace, le parti coinvolte dicono di volere la pace quindi non capiamo perché on è stato fissato ancora nessun calendario” ha detto Seunabou Male Cissé, presidente della commissione per il dialogo della Piattaforma delle donne per la pace in Casamance. Per la Cissé “bisogna sfruttare un periodo favorevole per chiedere alle parti di accelerare il passo e aprire trattative”. La piattaforma è l’organizzatrice della manifestazione odierna, il cui punto culminante è un colloquio nazionale sul coinvolgimento delle donne nella risoluzione del trentennale conflitto tra la ribellione indipendentista del Movimento delle Forze democratiche di Casamance (Mfdc) e le autorità di Dakar.

Sempre oggi è prevista la cerimonia ufficiale di insediamento del Polo di sviluppo economico della Casamance. Il progetto finanziato dallo Stato senegalese (sei milioni di dollari) e dalla Banca mondiale, con una linea di credito di 40 milioni, è teso ad accrescere la produttività del settore agricolo, offrendo un sostegno particolare a giovani e donne nelle tre regioni meridionali di Ziguinchor, Kolda e Sedhiou. Dopo anni di pesanti scontri, nell’ultimo periodo si sono verificati attacchi mirati, imboscate e scaramucce, sempre meno frequenti ma tutt’ora causa di instabilità nella regione dal forte potenziale agricolo e turistico. Una calma relativa che d’altra parte alimenta l’ottimismo delle autorità locali e nazionali, anche se finora non si è tradotta in passi avanti concreti sul piano negoziale.

Di recente monsignor Paul Abel Mamba, vescovo di Ziguinchor, ha insistito sulla necessità di coinvolgere tutti i cittadini senegalesi così come i paesi vicini – Gambia e Guinea Bissau – per trovare “una soluzione politica durevole e definitiva” attraverso la firma di un accordo “rispettoso della sovranità di tutti”, in grado di assicurare “sviluppo solidario tra tutti i popoli della regione”. Nel suo discorso alla nazione per il 2014, il presidente Macky Sall ha invece assicurato che “con il sostegno di tutti i nostri partner rimangono in vigore tutte quelle misure di reinserimento per quanti accettano di deporre le armi”. Eletto quasi due anni fa, il capo dello Stato si è impegnato a risolvere il conflitto in Casamance.

[VV]

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