Espressioni di apprezzamento per "Mediterranean Hope" da chiese in Europa
Roma - In Marocco partirà a breve il progetto degli "Humanitarian Desk" copromosso dalla Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) nell'ambito del suo programma "Mediterranean Hope" e dalla Comunità di Sant'Egidio. Si tratta di un progetto pilota per l'istituzione di corridoi umanitari, indirizzato a profughi particolarmente vulnerabili, che vogliano avanzare una richiesta di asilo in Europa.

Sono previsti due sportelli umanitari, uno a Tangeri, l'altro a Rabat. "Le ambasciate avranno un ruolo fondamentale con il compito di ricevere le richieste e riconoscere dei visti in regime di protezione umanitaria - spiega Massimo Aquilante, presidente della FCEI, a capo della delegazione ecumenica insieme a Daniela Pompei di Sant'Egidio -. Una volta ottenuto il visto, il soggetto richiedente potrà imbarcarsi su un vol
E intanto dall'Europa, alcune chiese hanno espresso apprezzamento per l'impegno della FCEI su questo fronte. Per la presidente della Chiesa evangelica della Westfalia (EKvW), pastora Annette Kurschus - convinta che ai profughi vadano garantiti passaggi sicuri e legali dall'Africa verso l'Unione Europa - quello dei corridoi umanitari è "un progetto che può essere preso a modello da altri stati europei". Mentre il recente Sinodo della Chiesa protestante unita di Francia (EPUdF), nella discussione in aula sul tema delle migrazioni, ha fatto cenno proprio al progetto FCEI "Mediterranean Hope", operativo da un anno a Lampedusa con un osservatorio sulle migrazioni mediterranee, e a Scicli (RG) con una "Casa delle culture", e ora anche in Marocco.
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