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mercoledì 23 aprile 2014

Lettera dll'Egitto: "noi, prigionieri siriani nelle carceri egiziane con donne e bambini"

L'Unità
Quella che segue è una lettera di profughi siriani, fuggiti alla guerra e torture in Siria, che si ritrovano trattenuti in un commissariato di polizia in Egitto.

"Noi prigionieri del posto di polizia al Rashid ad Alessandria d'Egitto, arrestati il 14 aprile 2014, e a nome di tutti i prigionieri siriani presenti nelle carceri egiziane, chiediamo un corridoio umanitario verso l'Europa. Non siamo delinquenti per meritare di essere messi in carcere, con i nostri bambini e le nostre donne. Solo in questo posto di polizia ci sono 44 i bambini che dal 14 dormono a terra, non hanno pannolini a sufficienza , non mangiano e dormono bene. In vita nostra non siamo mai rimasti senza una doccia per una settimana. Qui le condizioni igieniche sono a dir poco pericolose e i nostri bambini si ammalano giorno dopo giorno. Come ha sofferto l'Europa negli anni del nazifascismo stiamo soffrendo oggi noi. Questo è l'olocausto siriano, molti di noi anche dopo l'uscita dal carcere non potranno rinnovare il loro permesso per restare in Egitto. Non possiamo tornare nella nostra terra perché molte delle persone qui presenti hanno i loro nomi nelle liste nere del regime siriano e quindi un ritorno in Siria significa pena di morte.

Con noi è presente una persona che sta male e che ha bisogno di cure di lunga durata, perché è stato torturato nelle prigioni siriane. È arrivato il momento che il mondo senta il nostro grido anche noi siamo essere umani e non vogliamo che il mondo si svegli un giorno per commemorare un altro 27 gennaio.

Salvateci e salvate le vite dei nostri bambini. Potreste mai accettare che i vostri figli vivano in carcere? Potreste mai accettare che i vostri figli muoiano in mare? Accettereste mai come tomba per i vostri figli il mar mediterraneo? Tante persone prima di noi sono annegate e nonostante siamo consapevoli di questo sappiamo benissimo che se non ci verrà concesso un corridoio umanitario tanti siriani come noi tenteranno la fortuna via mare perché non possiamo perdere più di quello che già abbiamo perso"
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I prigionieri di al Rashed in rappresentanza di tutti i prigionieri siriani nelle carceri egiziane

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