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giovedì 10 aprile 2014

Stati Uniti: esecuzione in Texas nonostante numerosi appelli, è la sesta nel 2014

Ansa
Un detenuto messicano è stato giustiziato nel Texas con l'accusa di avere ucciso il suo datore di lavoro e di averne violentato la moglie, nonostante numerosi appelli avessero sollevato l'irregolarità delle procedure, oltre che l'irresponsabilità penale del condannato.
Ramiro Hernandez
Ramiro Hernandez, 44 anni, è morto alle 18.28 ora locale nel penitenziario di Huntsville, nel Texas, secondo quanto comunicato dal ministero della Giustizia dello Stato. È la sesta persona sottoposta ad esecuzione capitale quest'anno nel Texas. Il ministero degli Esteri messicano ha immediatamente reagito, condannando l'esecuzione in una nota.

Hernandez era stato condannato a morte nel 2000 per avere ucciso il suo datore di lavoro e per aver violentato, a più riprese, la moglie della vittima, a San Antonio. La scorsa settimana, la Corte suprema degli Stati Uniti aveva rifiutato di farsi carico dell' appello di Ramiro Hernandez che sosteneva di non essere stato informato dei suoi diritti consolari al momento del suo arresto.

La Convenzione di Vienna, ratificata da 175 Paesi tra cui gli Stati Uniti, sancisce che tutti i residenti all'estero devono essere informati e ricevere assistenza dai rappresentanti del proprio consolato, dopo esserne stato precedentemente avvisati. E la Corte internazionale dell'Aja aveva ordinato nel 2004 la revisione dei dossier di 51 prigionieri messicani, tra cui Ramiro Hernandez, proprio per la mancata applicazione della Convenzione di Vienna.

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