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sabato 5 aprile 2014

Giamaica: police killings, la strage di minori innocenti nella guerra contro le gang

Il Manifesto
Nell'isola del reggae ogni anno si registra un massacro ai margini della guerra tra gang e polizia. Vittime troppo spesso i bambini, quasi sempre a causa dell'imperizia criminale delle "forze dell'ordine".
In Giamaica il conflitto armato tra forze dell'ordine e gang criminali, la cui manovalanza è sovente sfruttata dai politici, insanguina il territorio e miete le sue vittime soprattutto tra i giovani e le donne, le più esposte ai due fuochi. 

Le statistiche riferite al 2013 registrano un incremento degli omicidi ordinari, oltre 1200 vittime, e di quelli extra giudiziari perpetrati dalle forze dell'ordine; l'anno scorso i police killings sono stati quasi 300, molti innocenti uccisi per errore o incompetenza.

Dal 2000 a oggi, sono circa 5.000 gli omicidi riconducibili alle forze dell'ordine nell'esercizio delle loro funzioni; oltre la metà delle vittime sono innocenti, coinvolti in incidenti collaterali o fatti fuori per peccati veniali, come piccoli furti o linguaggio osceno nei confronti delle autorità, o sono vittime di clamorosi scambi di persona.

L'Ong Jamaicans for Justice, che fornisce assistenza legale gratuita alle famiglie delle vittime, chiede con forza le dimissioni del Capo della polizia, per la sua incapacità di eliminare le schegge impazzite e la scarsa professionalità dei suoi subordinati. Troppi tragici equivoci, come quello di Mickey Hill, il capitano del catamarano di Negril scambiato per un trafficante di armi e ucciso a freddo davanti ai suoi fratelli e ai turisti. La percentuale dei casi risolti, poi, è tristemente irrisoria.

Trucidati in età scolare
Il numero di giovanissimi, addirittura bambini in età scolare, trucidati dagli agenti, è alto. Alcuni esempi: Michael Scarlett, 18 anni, freddato davanti alla sua fidanzata, incinta di otto mesi, nell'aprile del 2002, perché accusato di nascondere una pistola, mai rinvenuta; Lance Zab, 14 anni, trucidato nell'agosto del 2007; Jevaughn Robinson, 13 anni, ucciso nel settembre del 2008, disarmato e a piedi scalzi, mentre era in attesa di essere perquisito; Winston Malcolm Jr., 17 anni, ucciso insieme al padre, nel dicembre 2008, dopo un irruzione illegale della polizia nella sua abitazione; Nicketa Cameron, 12 anni, uccisa l'8 marzo del 2012, insieme ad altre 5 persone, tra cui due anziani di 75 e 80 anni, nel ghetto di Denham Town a Kingston, durante un'irruzione della polizia; Vanessa Kirkland, 13 anni, falciata alcuni giorni dopo davanti alla scuola mentre era a bordo di un taxi, scambiato per un auto rubata; Kevon Shue, 17 anni, ucciso nell'ottobre 2013 a Mountain View, Kingston.

Dopo quasi dodici anni, solo nel primo caso, quello di Scarlett, gli accusati sono stati arrestati e rinviati a giudizio, sebbene siano ora liberi su cauzione. Per ultimo citiamo l'omicidio di Kayann Lamont, 25 anni, ammazzata a sangue freddo davanti alla sorella a Yallahs nel 2012, solo perché aveva risposto male a un agente durante la perquisizione del minibus su cui viaggiava. Kayann era incinta di otto mesi, per cui il nascituro è la vittima più giovane della serie.

In ampi settori dell'opinione pubblica, permane la sensazione che la polizia debba essere comunque giustificata, anche di fronte ad eccessi simili. Sono soprattutto i ceti abbienti, che temono più di tutti la criminalità, a ritenere che la polizia debba essere autorizzata a usare il pugno di ferro, anche a scapito di vittime innocenti.

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