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venerdì 11 aprile 2014

La vita fuori e dentro il carcere nei disegni dei bambini di Scampia che visitano i genitori reclusi

La Repubblica
Gli alunni di una quinta elementare disegnano la soglia che spesso varcano per incontrare i genitori. "L'ingresso nel carcere - spiegano i tutor dell'associazione Mammut - si è rivelato per molti simile al passaggio in un aldilà forse più inspiegabile e assurdo della morte"


"La vita bella e la vita cattiva". Un bambino di Scampia divide un foglio in due: da una parte traccia i contorni della quotidianità, dall'altra la cupa realtà di un carcere. Il giallo del sole e il verde degli alberi si perdono a metà disegno nel grigio delle sbarre, e le casette lasciano il posto alla sala colloqui di un istituto di pena in cui incontra il suo papà. Un amichetto disegna invece un poliziotto che sorride sulla porta di un carcere dalle cui finestre spunta la faccia di un detenuto annoiato. Gli autori di questi disegni sono i bambini di una quinta elementare della scuola "Virgilio 4" di Scampia che hanno rappresentato la soglia tra "il dentro" e "il fuori" di istituti di pena come Secondigliano, Pozzuoli, Poggioreale, nell'ambito della settima edizione del gioco di teatro-quartiere "Mito del mammut", promosso dall'omonimo centro sociale.
Il tema dei disegni è "La porta del carcere", varcata ogni giorno da migliaia di bambini e adolescenti messi a dura prova da attese estenuanti per incontrare i genitori detenuti. L'obiettivo del progetto è raccogliere dai bambini idee e materiali per migliorare il sistema carcerario. "L'ingresso nel carcere - spiegano i tutor del Mammut - si è rivelato per molti simile al passaggio in un aldilà forse più inspiegabile e assurdo della morte. Attraverso racconti autobiografici e di miti interculturali, (come quello della caverna di Platone) abbiamo cercato di lavorare attorno a questo tratto doloroso della vita individuale, tentando di migliorare tanto il benessere quanto l'apprendimento scolastico di bambini e docenti coinvolti.

Ma, come per ognuno dei percorsi del Mito, l'intenzione è di incidere anche più direttamente sulla sfera pubblica, affrontando quello che non va nel territorio e nei servizi a partire dalle domande fatte ai più piccoli". Lo step successivo è "individuare i nessi tra scuola e carcere, il continuum tra  un sistema di valutazione incapace di fare dell'errore un'occasione di crescita". L'ambizioso progetto del Mammut è sostenuto dal Comune di Napoli e dalla fondazione onlus "Aiutare i bambini", e intende sensibilizzare l'opinione pubblica attraverso la collaborazione con chi in questi anni ha lavorato duramente nelle scuole e nei carceri per cambiare le cose. E oggi alla Virgilio 4 si è tenuta una tavola rotonda sul percorso svolto. Tra i partecipanti, la maestra Elvira Quagliarella, lo scrittore Maurizio Braucci, il docente di Filosofia della federico II Giuseppe Ferraro, Dario Stefano Dell'Aquila dell'associazione Antigone, il gesuita Fabrizio Valletti, l'artista Riccardo Dalisi, il produttore cinematografico Gaetano Di Vaio, Giovanni Zoppoli del centro ricerche Mammut, il preside della Virgilio Paolo Battimiello, Giovanni Megna della onlus Affinita e Yasmine Accardo dell'associazione "Garibaldi 101".

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