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giovedì 21 luglio 2016

Siria: Unicef, 35mila bambini in trappola Manbij, 20 morti

Ansa
Roma - L'Unicef stima che 35.000 bambini siano intrappolati a Manbij e dintorni, a circa 80 chilometri da Aleppo, in Siria, dove la coalizione anti-Isis continua a bombardare per stanare le milizie del Califfato, a cui ha dato un ultimatum di 48 ore per lasciare la cittadina. 


"Questa settimana in Siria più di 20 bambini sono stati uccisi in attacchi aerei a Manbij e un ragazzo di 12 anni è stato brutalmente assassinato ad Aleppo": è quanto denuncia Hanas Singer, rappresentante Unicef in Siria.

"Secondo i partner sul campo dell'Onu, le famiglie del villaggio di al-Tukhar, vicino Manbij, a 80 chilometri ad est di Aleppo, si preparavano a fuggire quando sono iniziati gli attacchi aerei" ha aggiunto. L'Unicef stima che 35.000 bambini siano intrappolati a Manbij dintorni.

"Nelle ultime sei settimane, mentre le violenze si stanno intensificando - continua Singer - oltre 2.300 persone sono state uccise nella zona, tra cui decine di bambini. Questi terribili episodi rendono ancora più chiare alle parti in conflitto le loro responsabilità condivise di rispettare le leggi internazionali umanitarie che proteggono i bambini in guerra".

"Deploriamo ogni forma di violenza e sollecitiamo tutte le parti in conflitto in Siria a fare ogni sforzo per evitare la perdita di civili. Non importa dove si trovano in Siria o sotto quale potere vivono, assolutamente nulla giustifica gli attacchi sui bambini. Tutte le violenze contro i bambini devono immediatamente terminare" conclude il rappresentante Unicef. La Coalizione anti-Isis guidata dagli Usa ha mandato oggi un ultimatum ai miliziani jihadisti asserragliati a Manbij, loro roccaforte nel nord della Siria tra Raqqa e Aleppo, assediata dalle truppe arabo-curde appoggiate dalla stessa Coalizione.

Secondo quanto riferito all'ANSA da attivisti originari di Manbij ma che si trovano ad Azaz, in una zona fuori dal controllo dell'Isis, nella città sotto assedio sono stati lanciati volantini in cui si intima ai combattenti dello Stato islamico di arrendersi e lasciare Manbij "entro 48 ore". La circostanza non può essere verificata in maniera indipendente sul terreno.

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