Nelle ultime 48 ore, l'Iran ha impiccato 9 persone di cui 3 in pubblico a Karaj, Nazar Abad e Hashtgerd.
Oltre 500 persone, donne e minorenni compresi, sono state giustiziate da quando il "riformatore" Hassan Rohani è diventato presidente nell'agosto scorso.
"Se la pena di morte può essere considerata un banco di prova di un vero cambio di regime, il nuovo presidente non solo non ha rotto con il passato, ma ha anche aggravato una situazione che pone l'Iran al primo posto tra i paesi-boia nel mondo," ha dichiarato Sergio D'Elia, segretario di Nessuno tocchi Caino.
Un video spaventoso, realizzato durante la pubblica esecuzione a Karaj, mostra tutta la crudeltà dei boia di fronte alla lotta disperata di un prigioniero, attimi prima di essere impiccato. La sua richiesta finale di dire addio a sua madre prima di essere ucciso è stata negata dagli addetti all'esecuzione, che ignorano le suppliche accorate della donna e di parte del pubblico di consentire un ultimo saluto al figlio.
In risposta, l'uomo sferra calci a uno dei boia, facendolo cadere dal patibolo e ribaltando la panca su cui doveva salire per l'impiccagione. Ne segue una lotta disperata nella quale il condannato, da solo e con le mani legate, combatte contro i suoi carnefici.
Una lotta dall'esito tragico e scontato, che si conclude con la conclusione inevitabile: le guardie sopraffanno l'uomo e portano a termine l'esecuzione proprio sotto gli occhi inorriditi della madre e del pubblico rumoreggiante.
"Se la pena di morte può essere considerata un banco di prova di un vero cambio di regime, il nuovo presidente non solo non ha rotto con il passato, ma ha anche aggravato una situazione che pone l'Iran al primo posto tra i paesi-boia nel mondo," ha dichiarato Sergio D'Elia, segretario di Nessuno tocchi Caino.
Un video spaventoso, realizzato durante la pubblica esecuzione a Karaj, mostra tutta la crudeltà dei boia di fronte alla lotta disperata di un prigioniero, attimi prima di essere impiccato. La sua richiesta finale di dire addio a sua madre prima di essere ucciso è stata negata dagli addetti all'esecuzione, che ignorano le suppliche accorate della donna e di parte del pubblico di consentire un ultimo saluto al figlio.
In risposta, l'uomo sferra calci a uno dei boia, facendolo cadere dal patibolo e ribaltando la panca su cui doveva salire per l'impiccagione. Ne segue una lotta disperata nella quale il condannato, da solo e con le mani legate, combatte contro i suoi carnefici.
Una lotta dall'esito tragico e scontato, che si conclude con la conclusione inevitabile: le guardie sopraffanno l'uomo e portano a termine l'esecuzione proprio sotto gli occhi inorriditi della madre e del pubblico rumoreggiante.
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