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giovedì 6 maggio 2021

In Bielorussia, unico paese europeo con la pena di morte - Grazia ai fratelli, Illia e Stanislau Kostseu, già condannati all'esecuzione

Vatican News
La pena di morte s’incrina anche in Bielorussia. Con un provvedimento rarissimo, decretato infatti dal presidente Aleksandr Lukashenko solo per la seconda volta in 30 anni, i fratelli Illia e Stanislau Kostseu, già condannati a morte senza appello nel gennaio 2020, sono stati graziati dalla pena capitale il 30 aprile scorso, come rivelato direttamente dai loro familiari, che recatisi in visita nel braccio della morte di Minsk sono venuti sorprendentemente a sapere che i loro congiunti non erano più lì ma erano stati trasferiti in un carcere ordinario nella città di Zhodzina, senza peraltro ricevere alcun documento ufficiale del caso.

Illia Kostseu di 21 anni e suo fratello Stanislau di 19, erano stati condannati il 10 gennaio 2020 dal Tribunale Regionale di Mahiliou (Mogilev in russo) per il presunto delitto di una loro vecchia insegnante di scuola. La sentenza era stata confermata dalla Corte Suprema di Minsk il 22 maggio successivo. 

Per la loro salvezza non restava che un intervento di grazia proveniente direttamente dal presidente della Repubblica. Quasi un miracolo, dato che il Capo dello Stato aveva usato questa sua prerogativa solo in un caso prima di loro. Eppure il prodigio si è realizzato.

La Bielorussia rimane l’unico paese europeo che ancora adotta la pena capitale. Le esecuzioni, pur non frequenti, avvengono all’improvviso e nel più totale segreto con un colpo d’arma da fuoco alla nuca. 

I parenti delle vittime vengono così a sapere della scomparsa dei loro cari solo tempo dopo. I familiari di Illia e Stanislau il 30 aprile scorso non li hanno trovati nel palazzo della morte. Ma li hanno saputi vivi. In un altro luogo.

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