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martedì 24 gennaio 2017

“Dateci più migranti”, in Basilicata l’accoglienza non fa paura

Corriere Sociale
Roma – Ne dovevano arrivare mille, ma non bastavano e ne hanno richiesti almeno il doppio. È questa la politica illuminata della regione Basilicata sui migranti, sorprendente di questi tempi in cui si moltiplicano barricate, proteste di comunità spaventate e decise a respingere le quote anche minime di rifugiati assegnate dal Governo ai Comuni. 


Di segno opposto la decisione della regione del Sud, che con una popolazione in costante calo, ha deciso di puntare sull’integrazione sociale e economica di quanti fuggono da guerre e povertà. Una visione che prevede programmi di accoglienza per rigenerare luoghi e quelle comunità interne e montane che più rischiano di rimanere isolate e residuali.

«In controtendenza rispetto a tutte le altre regioni italiane, da tempo ho manifestato la volontà del governo regionale di andare anche oltre la quota di riparto nazionale dei flussi migratori. Questo perché la giunta regionale della Basilicata considera l’accoglienza un’opportunità che, se ben strutturata, può essere un’occasione di sviluppo per il territorio. Soprattutto per le aree interne» spiega Marcello Pittella, presidente delle Regione.

Non si è perso tempo, nessun intoppo o rimpallo tra Istituzioni, le cifre parlano chiaro e raccontano di vite accolte e anche di nuovo lavoro a beneficio di tutta la collettività. Sono infatti 2240 i richiedenti asilo in tutta la regione, di cui 185 minori non accompagnati. Oltre 44mila migranti hanno un lavoro, al 90% con un contratto. Oltre la metà lavora in agricoltura. Vuol dire che gli stranieri rappresentano il 13% circa della forza lavoro totale, cioè più di un lavoratore su 10 è straniero.

«Noi abbiamo deciso ampliare ancor più il nostro impegno per i rifugiati e i richiedenti asilo – aggiunge Pittella – focalizzando tutte le migliori esperienze e le energie regionali e proponendo un approccio sistemico alla materia della migrazione e del diritto di asilo». Nel Metaponto, si toccano le punte massime delle presenze: su 34mila lavoratori, 14mila sono stranieri. Sono in 460 gli operatori lucani a lavorare intorno ai progetti per l’accoglienza e sono 55, oltre un terzo, i Comuni ad aver accettato di ospitare migranti nei loro territori.

Un modello quello lucano che non solo viene considerata positiva a livello nazionale ma che attira anche sostenitori stranieri, come Naguib Sawiris, un magnate egiziano intenzionato ad aiutare i rifugiati che ha siglato con la regione l’accordo “We are the people”, un progetto economico e sociale nato per garantire l’accoglienza dei rifugiati.

«La Basilicata – conclude Pittella – si candida a diventare, nella cornice europea dell’emergenza sanitaria, una Regione-Laboratorio per sviluppare un nuovo modello socio-economico di integrazione, in grado di apportare benefici tanto ai lucani in difficoltà, quanto ai migranti provenienti dai Paesi del Mediterraneo. Investire sulle persone – ha aggiunto il Governatore lucano – è la grande sfida del nostro tempo, con una visione di sviluppo fondata su agricoltura sociale, turismo eco-sostenibile, industria creativa e servizi innovativi».

di Gaia Pascucci

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