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domenica 26 gennaio 2020

Rapporto del Comitato europeo per la prevenzione della tortura (CPT) valuta le misure di isolamento e i casi di violenza in alcune carceri italiane

Il Dubbio
Il Comitato europeo per la prevenzione della tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti chiede che venga rivisto l'isolamento diurno dei detenuti.
Presunte violenze al 41bis come la vicenda di una ispettrice femminile del carcere di Viterbo che avrebbe bruciato le dita dei piedi con un accendino per accertare se il detenuto stesse fingendo uno stato catatonico. 

È questo uno dei casi segnalati da CPT (Comitato europeo per la prevenzione della tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti).

Non solo. Il 26 gennaio 2019, un gruppo di sette ufficiali del GOM era entrato nella sua cella e, dotati di equipaggiamento, l'avrebbero pestato. Sempre a Viterbo, un detenuto ha affermato che il 30 dicembre 2018 - dopo un alterco verbale con un agente il quale lo avrebbe fatto inciampare - lo stesso agente gli avrebbe inferto dei colpi in faccia con una chiave di metallo della porta e lo avrebbe preso a calci. Questo è altro ancora è stato pubblicato nella relazione da parte del comitato europeo per la prevenzione della tortura.

Ma le violenze non sarebbero state commesse solamente al carcere di Viterbo. Secondo quanto riportato dal comitato europeo, diversi maltrattamenti sarebbero avvenuti al carcere di Biella e a quello di Saluzzo dove un detenuto con problemi psichiatrici si è ritrovato con le dita schiacciate a causa del blindo chiuso con forza dagli agenti. In un certo numero di casi la delegazione del CPT ha trovato i referti negli archivi medici che erano compatibili con le accuse di maltrattamenti che i detenuti avrebbero ricevuto.

di Damiano Aliprandi

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