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venerdì 10 gennaio 2020

Egitto: le carceri, “cimiteri” dove un raffreddore può portare alla morte. 22 morti nei primi 7 mesi 2019

Sicurezza Internazionale 
Manifestanti e attivisti egiziani hanno dato vita ad una nuova campagna contro le violazioni e gli abusi perpetrati a danno dei prigionieri reclusi nelle carceri egiziane, a seguito della morte di un attivista, Mahmoud Abdel-Majeed Saleh, il 4 gennaio scorso.
Secondo quanto riferito dalla sorella del detenuto, questo è deceduto a causa della negligenza delle autorità di fronte alle cattive condizioni igienico-sanitarie e al freddo estremo in cui imperversa la prigione in cui si egli si trovava, la prigione di massima sicurezza di al-Aqrab, “lo scorpione”, situata nel complesso penitenziario di Tora. 

Alla morte di Abdel-Majeed ha fatto seguito un ennesimo sciopero dei prigionieri e l’avvio di una nuova campagna lanciata sui social, in cui si invita chi di competenza a chiudere tale prigione. L’hashtag di riferimento è proprio #closeScorpion ma si invita il presidente egiziano, Abdel Fattah al-Sisi, a far fronte alle violazioni e agli abusi che interessano anche altre carceri egiziane.

A tale hashtag hanno fatto seguito, su Twitter, diverse testimonianze. In una di queste, la prigione di al-Aqrab viene descritta come un luogo grande ma suddiviso in celle minuscole, dalle dimensioni pari a circa un metro e mezzo, senza alcuna apertura o ventilazione, ed in cui vengono riunite numerose persone di diversi ordini e categorie. In un’altra dichiarazione, il carcere viene definito un cimitero, in cui i detenuti muoiono per freddo, fame e torture sia di tipo psicologico sia fisico. “I detenuti muoiono lentamente a causa di una mancata assistenza medica e per mancanza di coperte” è stato altresì affermato, mettendo in luce la violazione dei diritti umani perpetrata in tale luogo. “Avere un raffreddore equivale a morire”, “Il freddo è un’arma nelle mani dei militari” sono altre dichiarazioni pubblicate sul social.

Non vi sono cifre esatte sul numero di detenuti che muoiono nelle prigioni egiziane. Tuttavia, il centro Adalah per i Diritti e le Libertà ha documentato la morte di almeno 22 detenuti nei primi sette mesi del 2019, a causa di negligenza medica.

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