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giovedì 30 gennaio 2020

Migranti, l'Unhcr costretto a sospendere l'attività nel centro di Tripoli che ospita i rifugiati in transito. "Troppo pericoloso"

La Repubblica
Mentre il ministro degli Esteri Di Maio annuncia il prossimo avvio della negoziazione con Al Serraji per migliorare il Memoramdum con la Libia, lo staff dell'agenzia dell'Onu abbandona la struttura in cui nelle ultime settimane hanno trovato rifugio 1700 persone.


Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio assicura che "nei prossimi giorni l'Italia avvierà il negoziato per Al Serraji per portare avanti la condizione dei migranti in Libia" ma intanto, alla vigilia del rinnovo per tre anni alle vecchie condizioni del Memorandum, l'Unhcr annuncia da Ginevra l'interruzione delle operazioni nel centro di transito di Tripoli nel quale, nelle ultime settimane, hanno trovato rifugio oltre 1700 migranti. Troppo pericoloso.

La decisione, spiega una nota dell'ageniza Onu per i rifugiati, è stata presa a causa dei timori per la sicurezza e la protezione delle persone ospitate nella struttura, del suo staff e dei suoi partner, in considerazione anche dell'aggravarsi del conflitto a Tripoli, in Libia. 

"Purtroppo l'Unhcr non ha avuto altra scelta se non quella di sospendere le operazioni presso la Gdf di Tripoli, dopo aver appreso che le esercitazioni di addestramento, che coinvolgono personale di polizia e militare, si svolgono a pochi metri dalle strutture che ospitano i richiedenti asilo e i rifugiati", ha detto Jean-Paul Cavalieri, capo della missione in Libia. "Temiamo che l'intera area possa diventare un obiettivo militare, mettendo ulteriormente in pericolo la vita dei rifugiati, dei richiedenti asilo e di altri civili", ha aggiunto.


L'Unhcr ha iniziato a trasferire decine di rifugiati altamente vulnerabili, che sono già stati identificati per il reinsediamento o l'evacuazione in paesi terzi, dalla struttura in luoghi più sicuri. L'Unhcr faciliterà anche l'evacuazione di centinaia di altre persone verso le aree urbane. Tra questi, circa 400 richiedenti asilo che avevano lasciato il centro di detenzione di Tajoura dopo che questo era stato colpito da un attacco aereo lo scorso luglio, e circa 300 richiedenti asilo del centro di detenzione di Abu Salim che sono entrati nel Gdf lo scorso novembre dopo essere stati rilasciati spontaneamente dalle autorità. Tutti riceveranno assistenza in contanti, beni di prima necessità e assistenza medica presso il Community Day Centre dell'Unhcr a Tripoli


Alessandra Ziniti

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