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martedì 7 novembre 2017

La preoccupazione dei grandi del mondo: “Entro il 2050 un miliardo di rifugiati climatici”

Tiscali News
L’allarme nel corso del G7 Salute tenutosi a Milano: i cambiamenti affliggono soprattutto i Paesi poveri


A causa dei cambiamenti climatici si avranno nei prossimi anni milioni di migranti in più, persone costrette a muoversi per necessità. E' questo uno dei fenomeni più gravi sui quali si è concentrata l'attenzione dei rappresentanti dei vari Paesi al G7 Salute, apertosi a Milano
In futuro, avverte il ministero della Salute italiano Beatrice Lorenzin, si potrebbero avere "dieci milioni di persone per volta in movimento per eventi climatici avversi o per gli effetti dei processi climatici a lungo termine". I migranti, "specie quelli per motivi climatici - ha affermato il ministro della salute Lorenzin nel discorso di apertura - sono vittime e non colpevoli, e questo dovrebbe essere sempre ricordato da noi e dal resto del mondo, nel fornire asilo e protezione come ha fatto l'Italia".

Le previsioni non lasciano ben sperare
Per la fine del ventunesimo secolo, il cambiamento della temperatura di superficie sarà probabilmente causa di un aumento di 1,5°C rispetto al 1850. E forti sono le ripercussioni sull'uomo: tra il 2000 e il 2016, il numero di persone vulnerabili esposte alle ondate di calore è già aumentato di circa 125 milioni. Il tema della salute dunque, ha avvertito Lorenzin, "è un tema globale e non locale, così come lo sono i virus". E proprio per questo, ha insistito il ministro, è "fondamentale, come ci dicono gli scienziati, prevedere delle vaccinazioni di massa contro le malattie di ritorno".
Probabile boom di malattie infettive esotiche
Sempre a causa dei fattori climatici e ambientali, ha rilevato, "si registra inoltre un aumento della diffusione degli insetti vettori e, di conseguenza, del rischio di trasmissione di malattie infettive una volta considerate esotiche e ora riemergenti come Chikungunya, febbri Westnile, Dengue, malaria e Zika". Per questo, la presidenza italiana, insieme agli altri Paesi G7, ha già individuato alcune azioni da mettere in campo, a partire dalle politiche di riduzione delle emissioni e dalla promozione della sorveglianza delle malattie infettive anche in collegamento ai fattori climatici e ambientali.
Oltre 2 miliardi di persone avranno problemi di nutrizione
Entro il 2050, evidenziano gli esperti, si prevede una forte riduzione della disponibilità di cibo a livello globale, tanto che, ha avvertito il direttore generale Fao Jose Da Silva, "nel 2030 oltre 2 miliardi di persone soffriranno problemi di nutrizione". Nella prima giornata del G7, tre richieste sono state inoltre avanzate dall'Oms, Organizzazione mondiale della Sanità, ai paesi partecipanti: "Triplicare gli investimenti annuali su ciò che nel cambiamento climatico ha impatto per la salute, entro il 2020; più fondi per prevenire i decessi peri-natali di mamme e bambini; investimenti in ricerca e sviluppo su nuovi antibiotici, per superare le resistenze ai farmaci".
Ricciardi: “Sul clima l’America è interlocutoria”
Quanto all'andamento dei lavori, "c'è al momento una grande armonia tra i paesi G7 e si va avanti in questa direzione", ha fatto sapere il presidente dell'Istituto superiore di sanità Walter Ricciardi. “La Germania, la Gran Bretagna, il Giappone, sono tutti quanti impegnati e credo che si stia andando nella giusta direzione. L'America in questo momento ha un atteggiamento piuttosto interlocutorio". Quale sarà la posizione finale condivisa, ha aggiunto, "lo vedremo domani quando ci sarà la riunione di tutti i ministri e il comunicato finale". Proprio l'importanza del tema del cambiamento climatico "è la novità di questo G7, grazie all'iniziativa italiana che lo ha messo al centro del dibattito, e questo non era mai successo. Prima se ne parlava in generale, e adesso la correlazione con la salute ci conferma che è importante agire subito".
Prime importanti emergenze anche per l’Italia
Anche in Italia c'è stata ripercussione a causa dei cambiamenti climatici. "Sei Regioni su 10 quest'anno hanno dichiarato l'emergenza per l'acqua - ha concluso - e le zanzare sono tornate a colpire in maniera forte. Abbiamo avuto un'epidemia di Chikungunya. Non c'è stata una sottovalutazione ma un'accelerazione di quello che una volta si verificava in anni e oggi si verifica in mesi".

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