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domenica 4 gennaio 2015

Il bilancio della guerra in Siria nel 2014: 76.021 morti nel 2014, 17.790 civili di cui 3.500 bambini

Il Journal
Il conflitto civile in Siria ha rappresentato un autentico massacro, rendendo difficile anche fare delle stime precise. Ma i numeri diffusi dall’osservatore sui diritti umani sono già molto tragici.

I morti della guerra in Siria sono stati almeno 76.021 solo nel 2014. I numeri sono stati forniti dall’Osservatorio siriano per i diritti umani e vanno presi come una stima al ribasso, visto che in alcune aree del Paese – tipo quelle controllate dall’Isis – è impossibile ottenere informazioni (qui un articolo per orientarsi tra le varie fazioni in lotta).
Il bilancio delle vittime civili in Siria

Secondo le stime dell’organizzazione umanitaria, le vittime civili della guerra in Siria sono 17.790 di cui 3.500 bambini. Per quanto riguarda gli equilibri del conflitto, invece, il terribile conteggio parla di 32.747 combattenti anti-governativi uccisi nel corso degli scontri, mentre sono 22.627 i soldati e le milizie pro Assad rimaste vittime della guerra portata avanti nel 2014.

Le Nazioni Unite hanno sostenuto che dal 2011, anno di inizio del conflitto, sono morte oltre 200mila persone. Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani sono precisamente 206.603. L’organizzazione ha sede in Gran Bretagna e raccoglie le informazioni grazie agli attivisti presenti sul territorio. Dunque, i dati non possono essere valutati in maniera precisa e indipendente. In ogni caso è immaginabile che l’entità della tragedia sia superiore anche a queste statistiche, già molto gravi.
Gli spiragli di pace tra regime e opposizione

Il regime di Damasco, negli ultimi giorni dell’anno, ha fornito una cauta apertura per un dialogo con le opposizioni non islamiste. La Russia ha offerto la propria disponibilità per mediare e raggiungere almeno inizialmente una tregua tra l’esercito regolare e la Coalizione Nazionale, capeggiata da Hadi al-Bahra, oltre che altri esponenti delle opposizioni, tra cui Qadri Jamil, ex uomo di Assad, ‘protetto’ dalla Russia e quindi ammesso all’eventuale tavolo per i colloqui di pace.

Il presidente Bashar Assad ha diminuito le sue apparizioni pubbliche, a conferma di una crescente preoccupazione sulla propria incolumità. Tuttavia, in una dichiarazione ha spiegato che la guerra potrebbe essere ancora molto lunga. Che sia una parziale presa di coscienza che la forza del suo esercito non basta?

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