Lo scorso venerdì almeno 13 copti egiziani sono stati rapiti a Sirte nel cuore della notte dal residence dove erano alloggiati. Dalle ricostruzioni delle autorità sembra che un commando di «uomini armati e mascherati» abbia fatto irruzione nelle loro abitazioni cercandoli stanza per stanza, un commando che con molta probabilità è riconducibile ad un gruppo di estremisti islamici. Non si fermano così le persecuzioni ai danni dei cristiani residenti in Libia che continuano a essere oggetto di violenze mirate da parte di gruppi armati.

Questo rapimento è solo l’ultimo degli episodi che hanno reso i rapporti fra Egitto e Libia sempre più tesi, episodi che hanno fatto richiamare l’ambasciatore egiziano a Tripoli, con la relativa chiusura dell’ambasciata, dopo il suo rapimento lampo.
Purtroppo negli ultimi mesi la situazione della Libia è precipitata vertiginosamente. Infatti senza più un reale potere centrale, coadiuvato da una forza militare e di polizia adeguata, i territori libici sono diventati rifugio di molte cellule terroristiche islamiche come Ansar al Sharia, responsabile tra l’altro dell’attacco al consolato Statunitense e Bengasi dove perse la vita anchel’ambasciatore Chris Stevens, o come gli adepti del Califfato dell’Isis, che hanno di recente giustiziato «14 membri dell’esercito libico appartenenti al 168 battaglione» a Sebha nel sud del Paese.
Insomma una situazione senza più controllo che rischia di degenerare sempre di più, con gravi ripercussioni anche per la vicina Europa, ma che soprattutto mette a rischio ogni giorno le minoranza cristiane presenti nel territorio. Una situazione che non vede altre soluzione se non un intervento deciso delle Nazioni Unite.
Diego Romeo
Diego Romeo
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