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sabato 26 ottobre 2019

Ricerca Amnesty - La Turchia ha rimpatriato a forza centinaia di migliaia di profughi i Siria, prima dell'azione militare contro i curdi.

AnsaMed
Una nuova ricerca di Amnesty International ha rivelato che, nei mesi che hanno preceduto la sua incursione militare nel nordest della Siria e prima del tentativo di creare la cosiddetta "zona sicura" oltre i suoi confini, la Turchia avrebbe rimpatriato forzatamente rifugiati siriani. 


Amnesty International ha incontrato o parlato con rifugiati che hanno denunciato di essere stati picchiati o minacciati dalla polizia turca affinché firmassero documenti in cui attestavano di aver chiesto di tornare in Siria. "In realtà - sostiene la Ong -, le autorità turche li hanno costretti a tornare in una zona di guerra e hanno posto le loro vite in grave pericolo".

"L'affermazione della Turchia secondo le quali i rifugiati siriani stanno scegliendo di tornare indietro in mezzo al conflitto è pericolosa e disonesta. La nostra ricerca mostra che queste persone sono state ingannate ed obbligate a tornare in Siria", ha dichiarato Anna Shea, ricercatrice di Amnesty International sui diritti dei migranti e dei rifugiati. 

"La Turchia merita apprezzamento per aver dato ospitalità a oltre tre milioni e 600 mila siriani negli ultimi 8 anni, ma non può usare la sua generosità come una scusa per violare le norme nazionali e internazionali eseguendo rimpatri in una zona di conflitto", ha aggiunto Shea. In assenza di statistiche ufficiali, stimare il numero delle persone rimpatriate a forza è difficile. 

Ma sulla base di decine di interviste realizzate tra luglio e ottobre del 2019, Amnesty International ritiene che negli ultimi mesi i rimpatri siano stati centinaia. Le autorità turche parlano di un totale di 315.000 persone tornate in Siria in modo del tutto volontario. Amnesty International "ricorda che rimpatriare rifugiati siriani è un'azione illegale che li espone a gravi rischi di subire violazioni dei diritti umani".

"L'accordo tra Turchia e Russia dei giorni scorsi - ha sottolineato Anna Shea - fa riferimento al 'ritorno volontario e sicuro' dei rifugiati in una cosiddetta 'zona sicura' ancora da realizzare. La cosa agghiacciante è che i rimpatri ci sono già stati e in modo né sicuro né volontario. Ora altri milioni di rifugiati siriani sono a rischio".

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