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lunedì 7 ottobre 2019

Iraq, cresce la protesta in un paese stremato da povertà e corruzione, 100 morti

La Repubblica
Anche l’ayatollah Sistani critica il governo: “Risponda alle esigenze del popolo”
Moqtada Sadr, il potente leader politico e clerico sciita, ha chiesto le dimissioni del governo iracheno del primo ministro Adel Abdel Mahdi. Dopo una settimana di violente proteste di piazza, in cui sono morti almeno 100 cittadini, Moqtada prima ha congelato la partecipazione dei suoi deputati ai lavori del parlamento e poche ore più tardi ha chiesto le dimissioni del governo e elezioni anticipate. 


"Per evitare ulteriori spargimenti di sangue iracheno, il governo deve dimettersi e le elezioni anticipate devono essere tenute sotto la supervisione delle Nazioni Unite", ha scritto Moqtada Sadr in un messaggio che il suo ufficio ha fatto avere ai media.

L'annuncio di Sadr arriva poche ore dopo l'intervento dell'ayatollah Alì Sistani. La massima autorità sciita dell'Iraq (che ha un profondo seguito anche fra gli sciiti dell'Iran) ha riconosciuto le ragioni dei manifestanti, e ha invitato il governo a scegliere la strada delle riforme politiche ed economiche invece di quella della repressione violenta. "Agite con la politica prima che sia troppo tardi", ha fatto dire Sistani da un suo assistente al sermone del venerdì nella città santa sciita di Karbala.

L'intervento di Sistani in qualche modo ha spinto Moqtada alla dichiarazione che di fatto mette in crisi il governo, che senza i voti del partito sadrista non ha la fiducia dell'Assemblea nazionale. Anche ieri Bagdad e le principali città dell'Iraq sono state infiammate da proteste a cui la polizia ha risposta sparando pesantemente sui civili. Testimoni hanno raccontato ai giornalisti della Reuters di aver visto manifestanti uccisi con colpi alla testa sparati dai cecchini dell'esercito appostati sui palazzi. A Diwaniya la polizia ha confermato di aver sparato e ucciso 3 dimostranti che stavano provando a dare l'assalto alla sede provinciale del governo,
Ma perché l'Iraq è in rivolta? Perché a 2 anni dalla sconfitta dell'Isis, a 16 anni dalla disastrosa invasione americana del 2003, il paese è in condizioni politiche ed economiche miserevoli. Le proteste di piazza che hanno quasi 70 morti (fra cui una decina di poliziotti) sono innescate da questo: dalla povertà e dall'indignazione per la corruzione della leadership politica, sciita o sunnita che sia.

Il primo ministro sciita Adel Abdul Mahdi, originario di Nassirya, ha detto in tv "non ho la bacchetta magica"; i suoi avversari politici ne approfittano per metterlo in difficoltà di fronte alla popolazione. Oggi sabato il parlamento avrebbe dovuto riunirsi in seduta d'emergenza per discutere il taglio del 5% degli stipendi dei funzionari delle istituzioni dello Stato a favore dei "disoccupati" e delle categorie più deboli.

Vincenzo Nigro

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