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lunedì 28 ottobre 2019

Cile - Continuano le manifestazioni di protesta, la repressione con sparizioni, torture, donne violentate dai Carabineros

Pacelink
Come ormai risaputo, il Cile si trova da diversi giorni in Stato di emergenza e i media ufficiali starebbero occultando gli abusi della polizia infiltrata
Patricia è una psicologa di 46 anni, vive a Santiago del Cile ed è grata di poterci raccontare quello che sta accadendo nel suo paese. Molte delle donne che sono state arrestate risultano tuttora disperse:“Proprio come sotto la dittatura, madri disperate vanno cercando i propri figli e figlie per i tribunali. Fra gli scomparsi vi sono diversi minorenni”.

Patricia racconta che, nel Cile di Piñera, le persone vengono sequestrate, fatte salire a bordo di camion e che molti loro famigliari ne ignorano la destinazione. Stanno già circolando immagini di incendi dove si riescono a distinguere cadaveri, che il circo mediatico vorrebbe far passare per sciacalli : “Abbiamo visto i video di come gettano via i corpi. Siamo tutti convinti che si tratti delle vittime, li stanno gettando al fuoco per cancellare ogni traccia”.

Funzionari dell’Istituto Nazionale per i Diritti Umani del Cile hanno tentato ieri di entrare nell'ospedale Posta Central di Santiago, uno dei maggiori centri di riferimento della sanità pubblica del paese. Hanno trovato le porte sbarrate con le catene, non riuscendo quindi ad entrare: “Non sappiamo cosa stia succedendo, ma il sistema sanitario sta iniziando a fermarsi, così come i lavoratori portuali: è come essere in guerra” aggiunge Patricia.

Chi ha vissuto la dittatura di Pinochet adesso ha molta paura a uscire per strada. Nel comune di San Bernardo, a sud della capitale, sono state fatte irruzioni nelle scuole e sono state sequestrate bambine e adolescenti. Nelle strutture sanitarie giungono notizie di lesioni a seguito di violenze sessuali su molte di queste ragazze.

Le donne che sono state arrestate a Santiago del Cile sono state denudate davanti al personale maschile e persino palpeggiate nella zona genitale. Patricia ci racconta che “gli hanno messo la punta del fucile nella vagina con minacce di stupro e morte”.


Fonte: Agencia de Noticias de Comunicación Alternativa y Popular - 22 ottobre 2019


Juliana Miceli

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