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lunedì 14 ottobre 2019

Yemen diventato il paese più povero del mondo, 2 persone su 3 necessitano di aiuto umanitario. ONU: più grave focolaio di colera con 2 milioni di casi

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Nello Yemen su 30 milioni di persone, 24 milioni hanno bisogno di aiuto umanitario. Di queste 18 milioni non hanno accesso ad acqua pulita e soffrono di malnutrizione. Potrebbero bastare questi dati, in continuo aumento da quando, quasi 5 anni fa è scoppiata la guerra a dare il quadro, tragico della situazione nel Paese.


Ma lo Yemen, oltre a essere la più grave crisi umanitaria al mondo secondo le Nazioni Unite, detiene un altro triste record, quello del più grave focolaio di colera da quando l’Organizzazione Mondiale della Sanità ne registra i casi. A fine agosto in Yemen, i casi sospetti di colera hanno superato i 2 milioni in meno di tre anni, in media quasi 80 ogni ora; 18 milioni di persone esposte al rischio di contagio, con 1 caso su 4 che, dall’inizio dell’anno, ha riguardato bambini sotto i 5 anni.

Nel Paese non cessano i bombardamenti dal cielo e gli scontri via terra, esplosi nel corso dell’estate anche nel sud del Paese, causando tra giugno e agosto il 54% di vittime civili (morti e feriti) con il 79% di abitazioni civili colpite. Solo dall’inizio dell’anno il bilancio è di oltre 700 civili uccisi e 1.600 feriti, che vanno ad aggiungersi alle oltre 17 mila registrate ufficialmente tra il 2015 e il 2018. Anche se alcune autorevoli stime parlano di decine di migliaia di vittime civili dall’inizio della crisi.

A causa del conflitto in Yemen oggi 2 persone su 3 non hanno accesso all’assistenza sanitaria di base e solo la metà delle strutture sanitarie sono funzionanti. Il resto è stato distrutto o danneggiato gravemente dalla guerra. Una situazione disperata di cui i primi a farne le spese sono proprio donne e bambini, che oltre ad essere esposti a malattie come colera e difterite, rappresentano oltre il 76% degli sfollati interni arrivati al oltre 3,6 milioni dal marzo 2015

Dal luglio 2015 Oxfam, insieme a partner locali, ha aiutato più di 3 milioni di persone in nove governatorati garantendo acqua, servizi igienico-sanitari, cibo. In particolare ripariamo le reti idriche, realizziamo la disinfezione delle fonti idriche con cloro, forniamo alle famiglie attrezzature per la depurazione dell’acqua e distribuiamo materiali per l’igiene. Ma ci confrontiamo quotidianamente con bisogni crescenti.

Di fronte a tutto questo purtroppo, l’impegno italiano e quello della comunità internazionale è del tutto insufficiente: l’Italia ha stanziato nel 2018 e nel 2019 appena 5 milioni di euro in aiuti, l’equivalente di quanto necessario a una singola organizzazione umanitaria come Oxfam per due mesi di lavoro nel Paese. Allo stesso tempo, il piano di risposta delle Nazioni Unite per quest’anno è fermo al 52% di quanto necessario, ossia mancano ancora all’appello 2 miliardi di dollari. 

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